Una selezione unica per vitigni e annate, che include quasi ogni regione e denominazione italiana per arrivare ai grandi francesi. L’asta Bolaffi di vini rari e pregiati, realizzata in collaborazione con Slow Food Editore, promette soddisfazioni per gli appassionati e i professionisti del settore enologico. L’appuntamento è per mercoledì 25 e giovedì 26 maggio a Torino, nella sede di via Cavour 17.
Più di 860 i lotti in vendita, per una base d’asta complessiva di 575 mila euro. Tra i primi 465 vini in catalogo – secondo quanto riferisce l’Ansa – sono presenti tutti i patriarchi dell’enologia italiana. Gaja, con un assortimento di Barbaresco dal 1962 al 2001 e uno dei millesimi piò interessanti prodotti dal padre di Angelo, il ’64 (base d’asta 225 euro). Per il Barolo, un’etichetta che ha reso il Vino dei re celebre nel mondo, al pari dei Borgogna e Bordeaux: è il Monfortino Giacomo Conterno, con le annate dal 1934 al 2008 (e basi d’asta dai 250 euro ai 1.500 dello ‘Stravecchio’, il ’34).
E ancora Giuseppe e Bartolo Mascarello, grandi classicisti del Barolo, con millesimi dal 1958 al 1981; quindi Vietti e Bruno Giacosa. Tra i toscani i collezionisti apprezzeranno il Masseto, uno dei vini italiani piò famosi e un’ampia proposta di Sassicaia. Dal Veneto l’Amarone di Quintarelli e di Dal Forno. “Parlare di aste di vini può sembrare un esercizio di stile, addirittura un po’ snob e modaiolo – dice il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini -. Non è così se l’interlocutore è Bolaffi, il primo che in Italia ha catalogato le piò grandi bottiglie e fatto una guida con Luigi Veronelli.
Diventa un esercizio di cultura per far conoscere un pregiato patrimonio vinicolo italiano, ancora poco considerato nelle altre aste internazionali. È chiaro che l’acquisto non sarà possibile per tutti, ma si potranno, attraverso catalogo e sito, scoprire bottiglie che contribuiscono a creare la storia dell’enologia mondiale”. “Acquirenti privati, ristoratori, broker e commercianti di Vino: il pubblico delle aste è molto vario – spiega l’esperta del dipartimento vini di Aste Bolaffi, Luisa Bianconi -. Solo in questi circuiti, infatti, si possono acquistare bottiglie introvabili a prezzi competitivi”. La seconda parte del catalogo, per esempio, arriva da un’unica cantina emiliana, incluso il top lot di sei magnum di Chateau Le Pin 1989 (base 12 mila euro).
Chi è a caccia di bottiglie francesi importanti non avrà che da scegliere: tra i Bordeaux ci sono 12 bottiglie di Chateau Lafite Rothschild 2010 (base 6 mila euro); tra i Bourgogne una verticale di otto Chevalier Montrachet Grand Cru, Domaine Leflaive dal ’96 al 2010 (base 2500 euro) e una selezione del celeberrimo Domaine de la Romanèe Conti 1990 (15 mila euro). A seguire quattro Chateau Cheval Blanc 2006 (2 mila euro), tre Petrus 1989 (3 mila euro), una collezione di Domaine Leroy 1999 (12 bottiglie, a partire da 3900 euro), solo per citare i lotti principali. Con i whisky e i distillati si va indietro fino all’Ottocento: all’asta torinese ci sarà anche un raro imbottigliamento di St James 1885 (8400 euro) e due The Macallan 1940 (5.500 euro ciascuno). » red
23 maggio 2016
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