Lo scorso 12 luglio è stato assunto il provvedimento ministeriale di conclusione della procedura nazionale e dell’invio alla Commissione Ue della documentazione per la “Doc Friuli”, denominazione unica regionale per i vini del Friuli Venezia Giulia. “È una grande soddisfazione – afferma in una nota l’assessore alle Risorse agricole del FVG, Cristiano Shaurli – che voglio condividere con la parte tecnica della Regione, che ha svolto un grande lavoro, e con l’intera filiera vitivinicola, anche con chi aveva dubbi e perplessità, perché per una volta si è riusciti a fare sintesi, a mediare le proprie posizioni per puntare a un obiettivo più alto e condiviso che si attendeva da 40 anni”.
Di Doc Friuli si iniziò a parlare dagli anni ’70. Seguirono numerosi tentativi fra produttori, tutti falliti, per costituire una Doc regionale unica, in tempi in cui le procedure europee erano meno rigorose. Nel 2013 riparte un nuovo tentativo concreto con la raccolta di firme tra i produttori. A maggio 2015 si avvia l’iter burocratico con la presentazione, a firma del Consorzio delle Doc FVG, della domanda. Forte di 1.703 firme a sostegno, l’Amministrazione regionale ha potuto dare corso alla richiesta con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della partenza dell’iter relativo alle procedure di protezione ai sensi della normativa europea, che si è concluso con la Conferenza dei Servizi che ha accolto la proposta e il provvedimento ministeriale. “Ora la Regione – spiega Cristiano Shaurli – sta lavorando alacremente per ottenere dal ministero delle Politiche agricole l’autorizzazione alla etichettatura provvisoria, per consentire l’utilizzo della Doc Friuli o Doc Friuli Venezia Giulia sin dalla corrente vendemmia 2016. La richiesta formale è già partita e siamo convinti che, lavorando con l’impegno di questi mesi, i tempi saranno sufficienti per garantire anche quest’ultimo importante risultato al nostro comparto vitivinicolo”.
Per il presidente di Coldiretti FVG, Dario Ermacora, “la Doc Friuli è lo strumento che finalmente valorizzerà, senza nulla togliere alle altre Doc che continueranno a svolgere la loro funzione, le produzioni di tutto il Friuli Venezia Giulia assicurando anche una quantità di prodotto che finora è mancata”. Riconoscendo alla Regione di “aver svolto un ruolo fondamentale”, Ermacora ha osservato che “oggi la Doc Friuli è finalmente una realtà e ci auguriamo possa essere utilizzata quanto prima”. Per Paolo Fantin, della Confederazione italiana agricoltori, “con la Doc Friuli siamo riusciti a semplificare, e speriamo serva ad avere identità territoriale nel commercio del Vino”, mentre per Roberto Felluga, di Confagricoltura, “la Doc Friuli è una grande occasione per rilanciare l’identità della nostra regione”.
19 luglio 2016
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