La notizia divulgata nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Asti, sul rinvenimento e sequestro di 70 mila litri di vino, conferma ancora una volta i sospetti e le preoccupazioni in merito al furto di identità territoriale perpetrato lungo la filiera vitivinicola piemontese. Lo scrive in una nota la Coldiretti del Piemonte. “La filiera vitivinicola sconta sempre più raggiri che provocano una perdita di valore alle grandi Doc e Docg del nostro territorio – afferma la presidente Delia Revelli – Continuiamo a batterci affinchè tali pratiche illegali non avvengano”.
“Importare illegalmente prodotti di dubbia provenienza, per spacciarli come vini a denominazione di origine controllata Made in Piemonte, non solo provoca una concorrenza sleale fra le aziende produttrici, ma svilisce il prodotto e quindi il lavoro di chi persegue la qualità certificata per avere un rapporto di trasparenza con il consumatore – aggiunge Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – Coldiretti, nei primi giorni di maggio, ha chiesto all’Agenzia delle Dogane di rendere note le importazioni dei mosti e dei vini, unitamente ai relativi destinatari insistenti sul territorio della nostra Regione anche in risposta a queste ricorrenti e deplorevoli azioni truffaldine. Attraverso i movimenti delle importazioni – prosegue Cabiale – sarà possibile individuare con certezza gli eventuali responsabili delle frodi e comprendere una volta per tutte quali siano le dinamiche che portano vini di scarsa qualità venduti a basso costo ad ottenere l’idoneità Doc”. » red
22 maggio 2016
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