CVA Canicattì torna al Vinitaly anche per il 2017 e lo fa con un riconoscimento importante. L’assegnazione del prestigioso premio Paesaggio Italiano da parte del Ministero dei Beni Culturali al progetto Agri Gentium: landscape regeneration del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, ha infatti tra i suoi artefici proprio CVA Canicattì, che attraverso la cooperazione con l’ente che gestisce il parco ha riscoperto e rivalorizzato il territorio agronomico della Valle. CVA Canicattì sarà presente al padiglione 2 stand 53 D.
“Il recupero del vigneto sotto il Tempio di Giunone – spiega il presidente Giovanni Greco – ha contribuito a tenere viva una cultura agricola millenaria oggi espressa dal vino della Valle Diodoros, blend elegante e armonioso di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nero d’Avola, che anche in quest’edizione del Vinitaly, con l’annata 2013, sarà simbolo non solo della nostra cooperativa, ma anche dell’identità di una terra da sempre vocata alla viticoltura”.
Il contributo di CVA Canicattì alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale è perfettamente in linea con la volontà dell’azienda di rispettare con sincerità il proprio territorio. Volontà che, in concreto, coincide con la scelta di aumentare in modo significativo gli ettari vitati in regime biologico certificato. “La linea Aquilae” – continua Giovanni Greco – con il Nero d’Avola Bio e il Grillo Bio, è il risultato di un impegno produttivo che coinvolge i nostri 300 vignerons, la vera spina dorsale della nostra cooperativa”.
Per quanto riguarda l’Aquilae Nero d’Avola Bio, al Vinitaly sarà presente con l’annata 2015, mentre l’Aquilae Grillo Bio, dopo aver vinto (vendemmia 2015) la Gran Medaglia d’Oro all’ultimo Concours Mondial de Bruxelles, presenterà in anteprima la 2016. Medesima annata per il resto dei prodotti a bacca bianca: a Verona verranno presentati Catarratto, Chardonnay e Grillo della linea Aquilae, l’Inzolia della linea La Ferla e il Fileno, un Grillo considerato tra i migliori in campo per spessore enologico e fedeltà varietale .
Sempre del 2016, si potranno gustare allo stand di CVA Canicattì i rosati La Ferla e il Delicio, mentre, per quanto riguarda i vini rossi, il Centuno (annata 2013), il Calìo (2014), lo Scialo (2014) e lo Sciuscia del 2012. Per la linea Aquilae sono in uscita le vendemmie 2015 di Nero d’Avola, Cabernet, Syrah e Merlot, bottiglie che – per CVA Canicattì – costituiscono le fondamenta del suo fatturato. Ma la vera novità sarà il ritorno dell’Aynat (2013), un Nero d’Avola di assoluto valore e punta di diamante della produzione di CVA Canicattìche, con la sua nuova bottiglia ed etichetta, completamente ridisegnate, sarà presentato in anteprima proprio nei giorni del Salone Internazionale di Verona.
Il cuore propulsivo di CVA Canicattì è costituito dalla partecipazione dei soci conferitori che, in tutti questi anni, hanno voluto condividere un progetto produttivo e di mutualità davvero unico nel suo genere, per partecipazione, attaccamento e senso di orgogliosa appartenenza. Seppur dislocati su un’area di oltre 900 ettari vitati che tocca dodici comuni tra le province di Agrigento e Caltanissetta, condividono tra loro una filosofia basata sulla conduzione familiare dei vigneti. Filosofia che si congiunge con un rinnovamento costante e consapevole di tecnologie e mezzi, necessario per l’ottimizzazione del prodotto e per la crescita del marchio. Crescita, quest’ultima, confermata dalla risposta sempre più positiva del mercato: vini di qualità al giusto prezzo, è la frase in grado di esprimere la virtuosa politica aziendale, la cui solida reputazione la pone ormai tra i grandi marchi del vino siciliano noti sia in Italia che all’estero. Una dimensione internazionale che assorbe circa metà del quasi milione di bottiglie prodotto annualmente da CVA Canicattì, con Germania, Regno Unito, USA, Svizzera, Francia e Olanda come principali mercati di riferimento. Dall’uva del piccolo vigneto nella campagna di Agrigento alle tavole degli amanti del buon vino sparsi per il mondo.
Dall’uva del piccolo vigneto nella campagna di Agrigento alle tavole degli amanti del buon vino sparsi per il mondo. La Valle dei Templi – il Paesaggio più bello d’Italia – abitato dall’ulivo, dalla vite, dal mandorlo, dalle piante officinali e dal grano – in quelle terre già coltivate dai Greci – trova una dimensione contemporanea e di successo con il Diodoros: la storia di CVA Canicattì è una parabola trasversale che, da un punto all’altro del globo, trasporta una tradizione antica che così non viene dimenticata.» red
31 marzo 2017
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