Da qualche tempo, sul sito di Repubblica, si può intraprendere un viaggio in una dimensione parallela grazie alla musica, alle parole e alle immagini dei Mosaico, un gruppo di Monza che declina un’attitudine internazionale in maniera assolutamente originale, attraverso l’utilizzo sapiente della lingua italiana. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giorgio Colnaghi, che ci ha un po’ raccontato chi sono questi Mosaico.
Come sono nati i Mosaico, perché proprio questo nome e come vi descriveresti per chi non vi conosce?
I Mosaico sono Giorgio (voce e autore dei testi e un po’ delle musiche); Mattia (chitarra e cori, autore delle musiche) e Claudio (tastiere e autore delle musiche); poi c’è Livio Magnini dei BluVertigo con cui abbiamo lavorato ultimamente che è il nostro produttore artistico, arrangiatore e ingegnere del suono.
I Mosaico con questo nome e con questa idea sono abbastanza freschi, anche se noi tre suoniamo insieme da più di dieci anni: siamo partiti tutti facendo le cose che ci piacevano, ma di qualcun altro; poi c’era questa esigenza di scrittura, specialmente da parte mia. Ho spinto un pochino e ci siamo trovati subito d’accordo sul fatto che si poteva provare a fare un primo ep “di collaudo”, autoprodotto e “autotutto”! Nel 2009 è uscito questo primo ep che ha avuto il suo discreto riscontro e dopo, nel 2013, c’era un passo pronto da fare: avevamo un po’ di brani, un po’ di idee e cercavamo un produttore artistico. Abbiamo incontrato Livio, gli abbiamo fatto ascoltare i brani, alcuni gli sono piaciuti molto (una cosa che apprezziamo molto di Livio è il suo essere diretto: se non c’era nulla da fare quel brano andava accantonato senza pensarci due volte!) ed è stato bravo a tirar fuori quello che nemmeno noi eravamo così consapevoli poi di avere. I Mosaico con questo nuovo lavoro, di cui è uscito il primo singolo “Taxi” il 20 di giugno, sono riusciti a tirare un risultato pop/rock con dell’elettronica abbastanza ricercata. Lo stesso Livio ha detto che in Italia questa è una strada decisamente poco battuta: è stata aperta appunto dai Bluvertigo, dai Subsonica, ma attualmente sulla scena italiana non c’è una realtà del genere. Questo sound è abbastanza internazionale, ma non abbiamo perso l’amore per il testo in italiano, per il contenuto del testo: il mio amore viscerale per certi cantautori, per tutte le emozioni che mi hanno regalato Battisti, De Andrè, De Gregori o Battiato, per dirne alcuni!
Colpisce infatti questa scelta di cantare in italiano nonostante questo stile internazionale: la musica pop poi viene spesso contestata in quanto tale! Voi fate dell’eclettismo la vostra chiave di lettura in modo internazionale, ma c’è la caratteristica del cantato in italiano: è stata una scelta difficile o naturale?
Ho sempre scritto in italiano: secondo me, secondo noi l’italiano è una lingua bellissima e obiettivamente, inevitabilmente, ci appartiene molto di più! È vero: è molto più difficile affrontare un testo in italiano perché può suonare meno dell’inglese; perché le cose che dici tutta la gente che c’è qui le capisce chiaramente e non ti puoi nascondere dietro niente! Questo vuol dire mettersi alla prova costantemente! È un meccanismo assolutamente spontaneo: l’attitudine internazionale di cantare, di affrontare certi argomenti rimane, ma la vena di scrittura del testo rimane italiana.
Come è stata sviluppata l’idea del video?
L’idea è stata sviluppata così, a partire dal nome “Mosaico”: se cerchi la voce “mosaico” su Wikipedia trovi “composizione pittorica ottenuta mediante l’utilizzo di frammenti di materiali di diversa natura e colore”, che messi insieme, anche se possono sembrare così diversi questi piccoli frammenti, creano un quadro di senso compiuto, se così si può dire. Quando mi sono messo a cercare un nome ne ho proposti infiniti ai ragazzi, ma quando sono arrivato a questo non abbiamo avuto dubbi, era inevitabile: siamo persone diverse, con attitudini e domande diverse che però hanno questo punto di incontro che ci permette di poter scrivere delle canzoni insieme. Cercavamo qualcosa di visuale anche per il nome: anche quando scrivo i testi ho delle immagini in mente, quindi il nome si sposa bene oltre che con le nostre personalità, anche con le nostre canzoni e con il nostro modo di scrivere. Questa parte visuale, che è la terza dimensione delle canzoni (c’è il tiro, il ritmo, che sono una x; c’è la melodia, ci sono le note, che sono una y!) sono le immagini che le canzoni evocano e che hanno prima suggestionato me e spero possano suggestionare gli ascoltatori. L’idea di Taxi è questa qui: niente di più, niente di meno che ascoltare la canzone e mi sono ricordato le suggestioni che me l’avevano ispirata e abbiamo tirato fuori questa storia di questo tassista particolare (a tratti è un po’ didascalico il video, ma ci tenevamo che fosse così, visto che la canzone è un po’ onirica!). Un viaggio reale o immaginario di questo tassista che lo porta dal centro incasinato e congestionato di una città, verso fuori, verso “dove nasce il sole”, come dice il ritornello; verso un luogo dove puoi essere più te stesso! In realtà poi è metafora di un viaggio interiore, che ti porta dal centro incasinato della tua vita, soffocata e condizionata inevitabilmente dal lavoro, dal tuo ego, dal dovere, dall’opinione che gli altri hanno di te, dal dolore, da un sacco di cose, verso dei respiri più liberi, che ti permettono di essere più te stesso.
Il tassista trasporta questi quattro passeggeri che in realtà altro non sono che una personificazione di quattro suoi stati d’animo, che sono quattro motivi di fuga, che sono lo stress, la paura, la noia e la curiosità! È stato divertentissimo per me: ho sempre fatto le canzoni con tutto me stesso perché quello che cerchiamo di raccontare è la realtà, osservata con occhi attenti, respirata e con i sensi attenti; nelle sue esagerazioni, che quasi diventano stupidità, e nella sua affascinante semplicità disarmante! Se tu guardi il video noti che l’inizio e la fine sono in bianco e nero e sono i due momenti della realtà, quasi a dire che la realtà se la vivi in un certo modo, se ti oscuri, può diventare in bianco e nero e i sogni possono essere più colorati della realtà! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
22 luglio 2014
Ecco dove seguirli su Facebook e il link dove vedere il video di Taxi:
facebook.com/mosaicopop
video.repubblica.it (occhio alla sveglia, mi raccomando!)
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