Teatro, al Biondo Educazione fisica di Elena Stancanelli

Teatro, al Biondo Educazione fisica di Elena Stancanelli

Arriva alla Sala Strehler del Teatro Biondo Stabile di Palermo “Educazione fisica di Elena Stancanelli, nella messa in scena di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco prodotta dal CRT di Milano. Interpreti dello spettacolo sono Enrico Ballardini, Sabino Civilleri, Alice Conti, Giulia D’imperio, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Dario Muratore, Chiara Muscato, Mariagrazia Pompei, Quinzio Quiescenti, Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano.
Le musiche originali sono di Giovanni Verga, le luci di Cristian Zucaro, le scene di Petra Trombini. Repliche fino al 5 febbraio.
Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco hanno “addestrato” una squadra di giovani attori per uno spettacolo che, dopo varie fasi di laboratori e residenze, propone una riflessione sull’educazione e la formazione di un gruppo, partendo dalla suggestione dello sport e della pallacanestro in particolare, per mettere in evidenza le analogie che possono riguardare non solo lo sport ma anche la formazione scolastica, teatrale e sociale. Uno spettacolo fisico, dinamico, basato e incentrato sulla preparazione attoriale.
Un allenatore vuole trasformare un gruppo di adolescenti nella squadra perfetta. Forgiare i loro corpi, orientare le loro teste. Portarli verso il gesto esemplare, convincerli ad abbandonare la mediocrità per il sublime. I ragazzi gli credono, e si abbandonano alla sua esaltazione. Gli sembra gratificante farsi strumento delle sue ambizioni, assecondare la sua volontà. La squadra non pensa, i giocatori sono ingranaggi della stessa macchina.
Reagiscono, non elaborano, si allenano al grido di «If you can’t, then you must! (Se non puoi, allora devi!)». Ma se davvero non puoi, che cos’è il dovere? Con cosa confina, che cosa dovranno essere disposti a cedere? L’allenatore è il sovrano. Si occupa di morale.
Annienta modestia, benevolenza e moderazione perché sono ostacoli alla sovranità.
Predica il sacrificio, perpetua la menzogna e insinua la diffidenza. La squadra ritiene la soggezione necessaria. Teme l’allenatore, ne venera l’autorità. Obbedisce per non prendersi la responsabilità di scegliere. Chi è il più forte? E che cos’è, davvero la forza? » red
29 gennaio 2015


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