Nell’era del web 2.0 anche il cibo diventa social e dà vita ad un gustoso appuntamento al buio tra perfetti sconosciuti.
Un nuovo modo di mangiare fuori, rimanendo a casa, naturalmente di un estraneo. I social diventano i protagonisti a tavola e così sul web inizia un viaggio tra invitanti siti di social eating che mettono in contatto i gastronauti sparsi in rete, per ritrovarsi insieme attorno alla tavola, un luogo di incontri reali, dove conoscersi, fare amicizia, condividere saperi e sapori, interessi comuni e perché no magari instaurare anche un rapporto di lavoro, il tutto in un clima familiare che solo un ambiente domestico può creare. L’invito parte dal web e gli chef per un giorno elaborano un menu e trasformano le loro abitazioni in ristoranti casalinghi.
I network del gusto sono un fenomeno di importazione ma da qualche anno in Italia
l’home restaurant sta prendendo piede come valida alternativa low cost al tradizionale sistema di ristorazione.
I social eating incarnano la manifestazione concreta della sharing economy abbinata ai piaceri della tavola e soprattutto ad un prezzo contenuto.
Sono diversi e per tutti i gusti i social eating italiani pronti a soddisfare i golosi della rete.
Il piú noto é Gnammo, dove è possibile registrarsi come cook o gnammer. Chi non ha voglia di rimane a casa può consultare Ploonge, una community dove chi sta andando a mangiare fuori da solo trova “compagni di merende”. il più internazionale è NewGusto, network gratuito che mette in contatto tra loro utenti di tutto il mondo che prenotano scegliendo l’area geografica, il menu o lo chef. L’occasione giusta per una colazione di lavoro è offerta da Let’s Lunch. Ma il più low cost é il palermitano PeopleCooks, dove un pasto completo non deve superare i 6 euro.
Queste sono solo alcune delle prelibate proposte, basta solo collegarsi e buon social eating a tutti. » Silvia La Rosa
28 gennaio 2015
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