POLITICA – Si prospettano tempi lunghi per il rimpasto. Tra tanti che vorrebbero entrare e qualcuno che non vede l’ora di lasciare. Perplessità di Napolitano su Saverio Romano. Il rimpasto annunciato per ieri è rinviato, a data da destinarsi. Anche se Berlusconi avrebbe giurato a Saverio Romano che mercoledì potrà diventare Ministro, difficilmente il premier potrà far fede a questa promessa. Per aumentare il numero dei sottosegretari, nella misura in cui è necessario a Berlusconi per allargare la maggioranza, sarebbe necessaria una legge ordinaria, per cui ci vorrà non meno di un mese.
Si rincorrono le ricostruzioni Su cosa sia realmente accaduto al Quirinale, nei 25 minuti di colloquio fra Berlusconi e Napolitano. C’è chi sostiene che in realtà il presidente del Consiglio si sia presentato a Napolitano con un elenco 20 nomine fra ministri, sottosegretari e vice ministri. Chi sostiene che avrebbe proposto soltanto la nomina di Saverio Romano all’Agricoltura e il trasloco di Galan ai Beni Culturali. In ogni caso nulla di fatto.
Le aspettative sono tante, forse troppe, per non provocare inevitabili tensioni nella risicata maggioranza, che ieri è stata battuta più volte alla Camera. Tanto, che si renderebbe necessario modificare la legge Bassanini, per aumentare il numero dei componenti del governo.
C’è chi ipotizza un rientro di Scajola, come vice ministro agli Esteri. Chi dà per scontato l’ingresso di Daniela Santanchè e Anna Maria Bernini. Per ora sono solo ipotesi, vedremo.
Di sicuro brutta giornata per Saverio Romano, la cui nomina a ministro dell’Agricoltura viene data per certa da giorni. Su Romano Napolitano avrebbe mostrato alcune perplessità.
Ieri, Fabio Granata e Angela Napoli, del Fli, avevano sollevato il caso: “Aprire le porte del Consiglio dei Ministri a personaggi inquisiti per mafia non è un bel segnale”.
Napolitano – secondo quanto riferisce Carmelo Lo Papa su Repubblica – avrebbe detto: siete proprio sicuri? Non andiamo incontro a un altro caso Brancher?
Interviene, in merito, Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: “Non si vede nessuna regione ostativa al fatto che Saverio Romano diventi ministro del governo Berlusconi. Più in generale c’è l’esigenza di rafforzare la presenza meridionalista al governo”.
“Non mi risulta –afferma Saverio Romano – un no di Giorgio Napolitano nei miei confronti. E poi, scusate, documentatevi su Internet: io non ho mai avuto una contravvenzione, tantomeno un rinvio a giudizio”.
Fra tanti che vorrebbero entrare al Governo c’è qualcuno che invece non veda l’ora di abbandonarlo. Sandro Bondi, aspetta da settimane di poter abbandonare i Beni Culturali. Ieri sembrava finalmente arrivato il giorno giusto e invece niente, Bondi sarà costretto ancora a sedere su una poltrona che non vuole più. Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Presidenza, Carlo Giovanardi, minacciava di rimettere le deleghe se non fossero stati sbloccati i fondi a favore della famiglia. La minaccia di Giovanardi sarebbe rientrata. A giorni il Govenro potrebbe varare un decreto per ripristinare i fondi per la sicurezza ,e rimpinguare quelli per la famiglia ed i Beni Culturali.
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