L’ultimo film di Nanni Moretti arriva in Tv, sabato sera alle 21,30 su RaiUno.
Home Video. Habemus Papam è la più morettiana fra le sue ultime pellicole. Lo psicanalista interpretato da Moretti potrebbe comodamente chiamarsi Apicella. Ha tutti i vizi dell’alter ego di Moretti: la passione per lo sport, un ego smisurato ed infantile. Giovanni Paolo II è appena morto, il film inizia con le immagini di repertorio del suo funerale. Lascia una pesante eredità per il suo successore. A sceglierlo saranno gli anziani cardinali entrati in conclave, “reclusi” nella cappella Sistina, comunicano con il mondo attraverso le fumate, non sempre interpretate nel modo giusto dai solerti giornalisti. I cardinali, al momento dell’apertura delle schede, pregano: “Fa che non sia io”, in tutte le lingue del mondo. E quando il loro nome non compare si lasciano andare ad un liberatorio sospiro di sollievo.
Dopo alcune votazioni, in cui si fronteggiano i favoriti: un cardinale italiano (Renato Scarpa) ed uno latino americano, a sorpresa viene eletto Melville (uno straordinario Michel Piccoli). Il neoeletto Papa viene colto dallo sgomento, si sente impreparato al ruolo che deve ricoprire “Dio vede in me capacità che non ho”. Al momento di comunicare ai fedeli in attesa l’avvenuta elezione del nuovo pontefice, dalla finestra non appare nessuno e si sente soltanto un urlo straziante. Prende in mano la situazione il portavoce vaticano (Jerzy Stuhr) che cerca di nascondere al mondo quanto sta accadendo. Per aiutare il Papa a superare questo momento di difficoltà chiama il professor Brezzi (Moretti), uno psicanalista, ateo e pure divorziato, ma è il migliore nel suo campo. Brezzi può fare ben poco: non può fare domande personali, né indagare come il caso richiederebbe. Ormai, però, è al corrente di una notizia che non può uscire dalle mura vaticane e si trova, suo malgrado, a dover convivere con la variegata comitiva dei Cardinali. La convivenza è più lunga del previsto e per ingannare il tempo organizza un torneo di pallavolo. Nel frattempo il Pontefice viene segretamente condotto dalla ex moglie di Brezzi (Margherita Buy), anche lei psicanalista, brava quanto Brezzi, ma fissata con “il deficit di accudimento”. Melville riesce a sfuggire alla sorveglianza e comincia a vagare per Roma alla ricerca di sé stesso alla ricerca delle capacità che dovrebbe avere per essere la guida spirituale di un miliardo di fedeli. Moretti, con sguardo scanzonato, affronta il tema della depressione e della inadeguatezza con cui in molti fanno i conti. Il risultato è pienamente centrato. I momenti di ilarità pura, non impedisco una sana riflessione su temi di grande importanza. Chi si aspettava una critica feroce alle gerarchie ecclesiali resterà deluso. Come chi non avrà l’occasione per gridare alla blasfemia, o chi non potrà usare il film come megafono. “Una commedia indolente” l’ha definita il regista, se lo dice lui… Michel Piccoli fornisce una interpretazione unica, essenziale quanto efficace. Con pochi ma ineffabili sguardi riesce a comunicare il senso di smarrimento, il terrore immobilizzante in cui il suo personaggio è ingabbiato. Complessivamente buono il cast. Un film da non perdere. Il Vaticano non ha concesso le autorizzazioni per le riprese. La cappella Sistina è stata totalmente ricostruita a Cinecittà. Questo, oltre ai costumi ed alle scene di massa, ha fatto lievitare i costi di produzione ad 8 milioni di euro. (red)
27 settembre 2013
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