Una cavalcata a briglie sciolte, per raccontare una vicenda artistica trasversale che spazia dal comico al grottesco, dal surreale al drammatico, in compagnia di uno degli artisti più amati dal pubblico italiano, Roberto Benigni. Rai Cultura dedica l’intera serata di lunedì 26 dicembre su Rai5 al poliedrico talento dell’artista toscano, dagli esordi teatrali ai successi televisivi. La serata parte alle 21,15 con la commedia di Achille Campanile “Ma che cos’è questo amore”, interpretata da Roberto Benigni con Lucia Poli; segue poi alle 23,00 un ritratto dell’artista, fra pubblico e privato, con il documentario di Andreina di Porto e Felice Cappa “Opinioni di un clown”. La serata prosegue alle 23,55 con i celeberrimi monologhi teatrali “Vita da cioni”, con cui Roberto Benigni metteva in scena il sottoproletario Mario Cioni e si chiude con la commedia di Luigi del Buono “La villana di Lamporecchio in Firenze”.
Ore 21,15
Ma che cos’è questo amore?
Uno schiaffo risuona nella carrozza di un treno in galleria: diversi uomini e un’elegante signora assistono alla scena. Cos’è successo? Tra Napoli e Capri nasce una storia d’amore. La commedia, ispirata al romanzo omonimo di Achille Campanile del 1924, accosta scene e quadri dotati di notevole autonomia, e non è difficile concordare con chi ha visto proprio nella “tragedia in due battute” l’elemento modulare minimale delle costruzioni paradossali ed assurde che contraddistinguono la scrittura dell’autore. Regia di Ugo Gregoretti con Roberto Benigni, Lucia Poli.
Ore 23,00
Opinioni di un clown
Documentario di Felice Cappa e Andreina di Porto
Artista istintivo sempre in assonanza con un pubblico vastissimo ed eterogeneo, Benigni trafigge con il suo humour ma anche con i suoi modi disarmanti ed ingenui, in apparenza. Già dai primi esordi nel mondo teatrale e televisivo si poteva intuire che con quella figura allampanata e tenera, i funambolismi della lingua, gli ammiccamenti di un volto mobile e sempre ironico, l’artista sarebbe entrato prepotentemente nel nostro immaginario, passando con grazia dagli esordi un po’ grevi e arrabbiati di Mario Cioni alla lettura appassionata e colta del suo conterraneo Dante. In questo documentario, firmato da Andreina Di Porto e Felice Cappa, si ripercorrono dunque le tappe della carriera di uno dei più popolari e amati attori e registi del cinema italiano, partendo dagli esordi in bianco e nero (sia televisivi che cinematografici) e attraversando i momenti più importanti (famiglia, amici ecc.) del privato.
Ore 23,55
Vita da cioni
Applauditissimi monologhi teatrali con cui Roberto Benigni metteva in scena il sottoproletario Mario Cioni, che conosce solo il linguaggio del corpo e si esprime con furiose invettive contro tutto ciò che lo circonda. Rabbioso, forte, disperatissimo. Attraverso l’asprezza del Cioni Mario, Benigni riesce a far ridere sulla fame, la solitudine, le sconfitte quotidiane, dando voce alle tante figure povere e impetuose che animavano la campagna toscana. Regia di Giuseppe Bertolucci. Con Roberto Benigni, Carlo Monni, Chiara Moretti.
Ore 1,25
La villana di Lamporecchio in Firenze
La campagna o la città? Essere servi o essere padroni? Poveri o ricchi? La commedia racconta di un trasloco fisico dalla campagna alla città e di un trasloco “sociale” dalla condizione di servi a quella di padroni. L’improvvisa e improbabile eredità di Dorotea, villana di Lamporecchio, porta tutta una serie di personaggi che sono in relazione con lei, ad entrare, più o meno volutamente, in un gioco di bugie, travestimenti e inganni. E così tra “miseria e nobiltà” i personaggi nei loro goffi e ridicoli tentativi di essere ciò che vorrebbero e non sono, ci regalano una classica parodia del potere e della ricchezza. I sogni e le speranze di questi caratteri sull’orlo della pazzia, durano però quanto una bolla di sapone… Un irresistibile Roberto Benigni del 1973 nel ruolo di Pizzuga, con Ave Ninchi nei panni di Dorotea. Regia di Eros Macchi. » red
26 dicembre 2016
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