Quattro cuoche e quattro vignaiole per quattro serate per celebrare il territorio che valorizzano con il proprio lavoro: il Regno delle Due Sicilie. La cucina del Regno delle Due Sicilie ha segnato l’incontro di diverse culture e segnato profondamente la tradizione gastronomica di tutto il Sud Italia, la cucina moderna non può non tenerne conto. Molti dei ristoranti che hanno dato vita alle interpretazioni più moderne ed originali sono guidati da donne, altrettanto originale il lavoro che alcune cantine siciliane fortemente caratterizzate dalla guida femminile.
Da queste premesse è partita l’idea del bistellato Ciccio Sultano del Duomo che a I Banchi di Ragusa, insieme allo chef Peppe Cannistrà, ospiterà queste straordinarie serate.
Dal 16 maggio al 30 novembre, le protagoniste saranno le cuoche stellate Patrizia Di Benedetto, Martina Caruso, Rosanna Marziale, Caterina Ceraudo, affiancate, di volta in volta, dai vini di Cantine Russo, Tenuta di Fessina, Tenuta Gorghi Tondi, Cantina Marilina.
“Se non si tradisce la tradizione, non si riesce a tradurre il buono e il bello che ci appartiene. Penso sia bello e importante riunire a I Banchi in quattro serate alcune delle cuoche che, oggi, rifanno grande la cucina delle Due Sicilie, intesa non come un museo delle cere, ma come un forte richiamo all’identità e alla modernità”. Così Sultano spiega cosa lo ha spinto a realizzare questi quattro eventi.
Il primo dei quattro appuntamenti, ideati da Ciccio Sultano e da Peppe Cannistrà, avrà come protagoniste la cuoca Patrizia Di Benedetto dello stellato Bye Bye Blues di Mondello, e i vini dell’Etna di Gina Russo.
Il Bye Bye Blues è un ristorante quasi sulla spiaggia, dove trionfano pesce e verdure e una cucina d’istinto. Una cucina, mentalmente più libera rispetto a quella di un uomo, che si affida alle sensazioni e ai colori. Patrizia Di Benedetto iniziò a cucinare, quasi per caso, nel luglio di ventisette anni fa, per sostituire all’ultimo minuto un cuoco. Da allora, il Bye Bye Blues è cambiato tre volte, distinguendosi per l’ambiente bianco e lineare, depurato da ogni facile folclore.
“I piatti – spiega Patrizia Di Benedetto – nascono da un’idea che afferri all’improvviso e che realizzi subito senza fasciarti troppo la testa”. Il menu della serata prevede una terrina di alici marinate al succo di arance e limoni in abbinamento al Mon Pit brut. Si prosegue con il Mon Pit rosé in abbinamento con una minestra, un piatto estivo tradizionale del Palermitano, ideato per combattere il caldo: La minestra di zucchine lunghe e tenerumi, arricchita con astice. Per secondo, la chef Di Benedetto preparerà uno dei piatti nati in uno dei tanti viaggi in Giappone: Un trancio di mupa, marinato al miso e agrumi, melanzana affumicata e latte di mandorla da gustare insieme a Rampante, Etna bianco. Per chiudere la versione del tiramisù della chef di Palermo: crumble di nocciole e mandorle, granita di caffè, mousse di ricotta.
A confrontarsi con La chef Patrizia di Benedetto una vignaiola dell’Etna: Gina Russo che ha continuato la tradizione di una famiglia di vignaioli sin dal 1955.
“Sessantatré anni in cui abbiamo capito come si fa il vino sull’Etna. I nostri sono, da questo punto di vista, dei vini in stile: i rossi, creati solo in base a un bled di Nerello Mescalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%) così come i bianchi sono realizzati con Carricante e Cataratto”. Così Gina Russo, spiega le ragioni del suo impegno e della sua famiglia.
“Faccio uno dei lavori più belli del mondo – continua – mettendoci il massimo dell’energia e della costanza, proseguendo con impegno nella tradizione di famiglia”.
“Nel 2010, quando è nato il nuovo cratere sud-est, stavano nascendo in cantina le nostre bolle. L’esplosione ha battezzato i due spumanti, chiamati Mon Pit. Pit è, infatti, il termine che i vulcanologi usano per designare un nuovo cratere a pozzo, in questo caso con un diametro tra i quindici e i venti metri”.
Il primo dei due Metodo Classico il Mon Pit Brut che sarà degustato nel corso della serata è realizzato con uve Carricante e Catarratto, giallo tenue, propone al naso un profumo floreale e un sentore di crosta di pane; secco, equilibrato e armonico in bocca. Il Mon Pit rosé è ottenuto da una vinificazione in rosato del Nerelllo Mascalese, permanenza sui lieviti almeno 20 mesi, rosa con riflessi pesca, è fresco con sentori di frutta, con una delicata speziatura; secco e pieno in bocca. Il terzo vino proposto, Rampante, è un Etna bianco DOP realizzato con une Catafratto e Carricante dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, ha un profumo delicato e pieno, con un leggero sentore di frutta tropicale. Il sapore è persistente, corposo e fresco.
Gli altri appuntamenti prevedono la presenza della chef Martina Caruso del Signum di Salina con i vini Tenuta di Fessina di Silvia Maestrelli; il 10 ottobre sarà la volta di Rossana Marziale del ristorante Le Colonne di Caserta in abbinamento ai vini Gorghi Tondi di Annamaria e Clara Sala; il 30 novembre, infine, sarà la volta di Caterina Ceraudo e dei vini di Cantina Marilina di Federica e Marilina Paternò. » Francesco Lauricella
4 maggio 2018
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