Dopo la tappa di Trieste, va in scena, dal 10 dicembre al 3 gennaio, il musical originale che da Broadway sta conquistando i cuori degli appassionati sparsi in giro per il mondo.
Per gli appassionati di musical e per i fan della Disney l’occasione è più che ghiotta: per festeggiare i suoi vent’anni di palcoscenico, Disney Theatrical Productions, NETworks e Broadway Entertainment Group presentano il primo tour internazionale di Disney’s Beauty and the Beast.
La tournée, partita l’8 ottobre da Istanbul, ha già calcato le scene dei teatri di Abu Dhabi, Salonicco e Trieste; dopo la tappa milanese raggiungerà poi Manila, Bangkok, Singapore, Jakarta e Macau.
Gianmario Longoni, produttore italiano del musical ci ha detto che stanno lavorando all’idea di una tournée italiana per il prossimo anno: “non è semplice trovare le strutture adatte e chi ha il coraggio di accompagnarci in questa avventura perché non si può affrontare da soli una sfida del genere. È più complesso comunicare uno spettacolo come questo che comunicare un concerto o uno spettacolo italiano; comunque lo sapremo fra poco!”
Quali sono state le difficoltà maggiori di portare una produzione del genere in Italia?
Per riuscire a portare una produzione come questa in Italia abbiamo lavorato tantissimo: questa produzione viaggia con 10 tir, l’Aida di Zeffirelli è andata a Mosca con 5, solo per dare un parametro. Loro, solo gli americani, sono 74, più tutti i nostri: sono cose difficili, faticose, ma sono le uniche sfide che valga la pena intraprendere!
Questa è una produzione molto particolare nel suo genere perché è stato il primo spettacolo prodotto direttamente da Disney. Disney non ha mai fatto live entertainment direttamente prima del 1994 quando ha fatto debuttare questo spettacolo a Broadway, mostrando anche un po’ i muscoli, come deve fare una compagnia di questo tipo quando fa il suo primo passo. Per i vent’anni ha deciso di fare un tour mondiale di questa edizione originale, che tocca i quattro angoli del mondo: molto spesso in quei luoghi così remoti e lontani da noi è molto più semplice portare una produzione del genere. Come ogni grande tradizione che si rispetti, ogni tanto le tradizioni pesano oltre che confortare.
Inoltre questo è uno spettacolo che ha una peculiarità: è stata la prima favola Disney dove non c’è stato un principe azzurro; dove la protagonista fa tutto da sola, si arrangia e ribalta tutto quanto, vedendo le cose in un’altra maniera. Adesso è attualissimo, normale, ormai: basti pensare alle nuove fiabe Disney, da Rapunzel a Frozen, passando per La Principessa e il Ranocchio, dove non c’è una Bella Addormentata da svegliare un po’ scema che non ne fa una giusta: è proprio il contrario.
Questa cosa qui, per me, è un buon messaggio per tutti, anche per le “non principesse”… per tutti noi, in un momento comunque percepito difficile, con passività: dal nostro sofà facciamo i post su Facebook e ci sentiamo coinvolti. Era meglio l’LSD degli anni ’70, tutto sommato, per tenerti fermo, no? C’è poi questa forte carica romantica che conforta, come deve essere per qualcosa che si va a vedere a Natale, che si va a vedere con la propria famiglia e che si condivide sul serio e non con un post sui social!
Scambiando quattro chiacchiere con gli attori che interpretano Cogsworth (Tockins nella versione italiana, ndr.) e Lumière, poi veniamo a conoscenza della difficoltà di rimanere presenti sul palco quando si pensa solo a quanto si avrebbe bisogno di un ventilatore per via del costume ingombrante o addirittura pirotecnico, nel caso del candelabro francese più spigliato del cinema. Ma la luce che si accende nei loro occhi quando parlano della soddisfazione di sentirsi parte di uno show che riesce a coinvolgere il pubblico in maniera tangibile durante lo spettacolo la dice lunga su quanto questo spettacolo sia davvero qualcosa di speciale.
Ci aspettavamo fosse speciale, ma la realtà ha superato qualsiasi aspettativa, come solo Disney riesce a fare: il mondo della fiaba che ci ha accompagnato durante la nostra infanzia prende letteralmente vita davanti ai nostri occhi e ci ritroviamo a cantare e a tenere il ritmo con le mani senza nemmeno accorgercene. Un vero e proprio caleidoscopio di colori, suoni e immagini che ci riportano indietro nel tempo, facendoci ridere e commuovere con le vicende dei personaggi che hanno accompagnato l’infanzia di moltissime persone, in giro per tutto il mondo.
Uno spettacolo per tutta la famiglia, insomma, ma non solo: il messaggio della Disney è lo stesso dall’anno di uscita di uno dei film di animazione più amati di sempre, ma vedere davanti ai propri occhi la produzione di un musical di Broadway senza spostarsi dall’altra parte dell’Oceano fa sempre il suo gran bell’effetto, specie se si è cresciuti con il cartone animato sempre pronto all’occorrenza nel lettore VHS. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
12 dicembre 2014
Comments are closed.