Gli Aria su Marte vengono da Padova e, a proposito dei loro sogni e del loro background hanno le idee decisamente chiare, il che non è assolutamente da sottovalutare, specie di questi tempi.
Il primo singolo estratto da “Oltre il Buio”, loro ep di esordio, è “La Scelta”, una traccia che fa intuire potenzialità decisamente interessanti.
Insomma, “un universo fatto di parole” (e di musica, ovviamente) tutto da scoprire; qui potrete essere costantemente aggiornati sulle loro attività: facebook.com/ariasumarte
Abbiamo rivolto loro quattro domande per capire più da vicino che aria tiri su Marte… “fra muri dipinti di errori che non faremo mai”.
Come vi definireste a qualcuno che non ha mai ascoltato la vostra musica?
Siamo prima di tutto quattro ragazzi di vent’anni, che provano a dire e a fare qualcosa di interessante con la propria musica. Nelle nostre canzoni si può trovare sicuramente l’eco del cantautorato, per il peso e il grande spazio che occupano i testi, ma allo stesso tempo siamo prima di tutto dei musicisti (due su quattro studiano jazz al conservatorio) e quello che più ci diverte è suonare : teniamo molto alla cura dei suoni e degli arrangiamenti, e chi ci segue live spesso si imbatte in infinite code strumentali.
Punti di riferimento musicali e fonti di ispirazione anche non musicali?
Gli artisti che ci hanno più input agli inizi di questa avventura, e che forse si riscontrano di più nel disco, sono probabilmente i cantautori della scuola romana come Niccolò Fabi, Max Gazzè o Riccardo Sinigallia. Per quanto l’eco del cantautorato si risenta molto nelle nostre canzoni, allo stesso tempo siamo anche un po’ distanti da quel mondo (quello per dire del cantante con il microfono e la chitarra acustica), e anche se forse in questo disco ancora non si sente molto, siamo affascinati dalla manipolazione dei suoni , dall’elettronica, dalla sperimentazione : riferimenti in merito potrebbero essere Jon Hopkins, Moby o i Moderat.
Forse è banale dirlo, ma l’ispirazione viene totalmente dal mondo in cui siamo immersi e tutte le canzoni nascono da riflessioni maturate nella nostra vita quotidiana, quindi direi tutto.
Qual è il vostro processo creativo? Come nascono le vostre canzoni? Avete una routine oppure ogni volta nascono in maniera differente?
Non c’è, e per fortuna, una formula sempre valida per scrivere. Il filo conduttore delle canzoni di questo disco, è il fatto che sono tutte nate a monte di una situazione negativa, e quindi dalla necessità di affrontare un ostacolo, sia di chi scrive, sia di persone che ho avuto modo di incontrare nel caos della vita quotidiana. La genesi dei pezzi è dunque avvenuta nell’intimità della camera, mentre in un secondo momento, nella nostra sala prove casalinga, abbiamo lavorato agli arrangiamenti, fino a farle arrivare alla loro forma attuale. Ma come ti dicevo questa non è una formula definitiva, e per esempio adesso stiamo facendo un lavoro di ricerca di suono, partendo magari più da un lavoro in sala prove.
Progetti per il futuro prossimo e sogni nel cassetto a lungo termine?
Adesso stiamo cercando di far arrivare il nostro disco a più orecchie possibili, e questa estate faremo un po’ di concerti in festival e rassegne qui in Veneto, poi speriamo con l’inverno di riuscire a suonare il più possibile lontano da casa. Allo stesso tempo stiamo anche lavorando a nuovo materiale per tornare in studio il prima possibile.
Sogni nel cassetto? Semplicemente entrare nella storia della musica italiana.
» Chiara Colasanti
TW @lady_iron
9maggio 2015
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