Il 26 settembre uscirà “Hanno Paura Di Guardarci Dentro” e finalmente potremo scoprire quali nuove direzioni stanno prendendo questi cinque ragazzi napoletani con tanta voglia di suonare e di farsi sentire, che dal 2011 si stanno dando da fare per rendere realtà un sogno nato anni fa.
Dopo un’esperienza con una major adesso si sono imbarcati nell’avventura più incerta che si possa vivere nel mondo della musica: da indipendenti stanno continuando a farsi sentire in giro per tutto lo Stivale e non hanno alcuna intenzione di rallentare il ritmo, anzi.
“…prima alternative, indie, rapper, hipster: è solo moda, tutto gira, tornerai triste”, come vi definite in questo panorama musicale italiano oppure come vorreste non essere definiti?
L’elenco di generi è un po’ dovuto al fatto che in Italia continuo a sentire la mancanza di un filone, di una scena consistente: in questo momento c’è poca proposta e quando qualcosina riesce ad alzare la testa da sottoterra (chi esce dai talent, un certo filone di musica indipendente o la scena hip hop che da qualche anno continua ad andare forte!) piuttosto che prendere questa novità come una cosa positiva, si tende a seguirla come caproni. Piuttosto che provare a sfruttare l’impatto di una cosa nuova per fare altre cose nuove, si tende a ripeterla miliardi di volte, per cui ti ritrovi con miliardi di cantanti uguali che escono dai talent, miliardi di rapper uguali che dicono le stesse cose nelle canzoni e quindi si fa fatica a distinguerli, miliardi di cantanti indipendenti che cercano di stare in certi canoni e non osare più di tanto. Non è che arriviamo noi e portiamo sul mercato la psichedelia robotica con i cani che abbaiano, però abbiamo provato a trovare una soluzione nuova per la musica suonata, abbiamo inserito qualche piccolo (per il momento!) elemento di elettronica, non da club, ma suonata e non finta, campionata e messa in base. Abbiamo provato a fondere diverse cose: si sta già ritornando agli anni ’90, la sensazione di verità, del suonato “reale” nella musica vengono ricercati e abbiamo provato a inserirli nel disco. Vogliamo far capire dalle canzoni che dietro c’è una band, ci sono degli artisti che vengono dai garage, dalle cantine, che le canzoni le sanno suonare con la chitarra, l’amplificatore e il pedale; che hanno fatto gavetta… la sensazione di vissuto che c’era negli artisti degli anni ’90 e che si è un po’ persa per favorire altre cose.
Cosa ci possiamo aspettare allora dal nuovo album e cosa ci puoi anticipare a proposito?
Abbiamo deciso che faremo “cos’e pazz”: abbiamo finito di girare il video del primo singolo ed è stato molto divertente oltre che fuori dai canoni. Ci siamo infilati in situazioni abbastanza inusuali per un videoclip e penso che la cosa la ripeteremo anche in futuro: piuttosto che andare a fare videoclip in cui ci sono i playback degli artisti, un po’ fini a se stessi, stiamo tentando di sviluppare questo filone collegato alla dimensione del narrare storie e al tentativo di fare performance un po’ più appartenenti al mondo dell’arte che a quello dei videoclip musicali, per rendere la cosa più particolare e personale. Siamo molto fan dell’arte in generale e ci piace sperimentare dal punto di vista dei video! I suoni sono abbastanza nuovi, il primo singolo è qualcosa che non abbiamo mai fatto in passato: ha un’esposizione vocale molto diversa e che mi ha decisamente dato del filo da torcere per il lavoro e lo studio che ho fatto con la voce. Un buon compromesso tra la musica rock suonata e l’elettronica e sono molto curioso di sapere cosa ne penserà la gente, cosa ne penseranno le radio: sarà una bella sfida e sicuramente abbiamo deciso di non giocare facile!
Quali sono i sogni nel cassetto, sia legati all’album che alle nuove sfide da affrontare?
Ce ne sono tanti, così come ce ne sono tante di sfide! Di sicuro c’è il sogno di riuscire a imporre la musica delle Strisce in maniera più forte rispetto al passato: usciremo verso fine settembre e speriamo di partire con il tour già da metà ottobre/primi novembre cercando di suonare il più possibile! Speriamo che queste nuove sonorità che abbiamo inserito nel disco possano risultare davvero nuove e piacevoli per chi ascolta! Tanti, tanti progetti: mi piacerebbe continuare a lavorare con Cesare, ce lo siamo abbastanza ripromessi e penso che la cosa succederà! Ho in mente di chiudere un libro a cui lavoro da due anni, quindi mi piacerebbe pubblicarlo tra qualche mese. Sono preso dalla scrittura (forse perché in questo momento della mia vita mi ritrovo a scrivere sia nuove canzoni che nuove cose!) e mi piacerebbe inserire queste canzoni in nuovi progetti alternativi, oltre a Le Strisce, non lo so… mi piacerebbe molto sperimentare con la musica, con i testi! Per quanto riguarda l’arte invece sarebbe davvero incredibile riuscire ad avere più contatti: al momento ci mettiamo una grande passione, come Justin Bieber viene venerato dalle dodicenni. Per noi il mondo dell’arte è un po’ così, un po’ fatato, che ci piace ammirare con la bava alla bocca e prendere spunto da tutto quello che lo compone! Ci piace davvero tantissimo Maurizio Cattelan: ha un’attitudine molto punk, molto rock, molto napoletana, perché è davvero il re del “pacco”… spero prima o poi di avere la possibilità di conoscerlo proprio per il divertimento di conoscerlo! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
30 luglio 2014
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