Dopo sei anni di silenzio è tornata lo scorso febbraio la storica formazione inglese dei Kula Shaker con il nuovo album “”.
“I Kula Shaker sono l’ultima grande band eretica del rock britannico”. E’ così che Paul Moody, giornalista britannico di The Guardian, descrive la storica band capitanata da Crispian Mills.
Il mix di riff psichedelici, idee esoteriche e misticismo orientale dei Kula Shaker fu uno vero e proprio schiaffo in faccia all’ortodossia del britpop negli anni ’90.
Vent’anni dopo l’uscita del disco multiplatino “K”, il nuovo album propone un sound rivisitato, con una nuova carica e pieno di energia: la band è decisa a riprendersi lo scettro del pop che un tempo le apparteneva.
“K 2.0” – registrato tra Londra (State Of The Ark) e lo studio belga del bassista Alonza Bevan – schiaccia l’occhio a tutto ciò che va dal voodoo gospel (“Let Love B (with U)”) ad Ennio Morricone (“High Noon”), passando per il freak folk (“33 Crows”). Dopo le due date italiane di febbraio a Milano e Roma, tornano a Luglio con altre 3 imperdibili concerti a Firenze, Roma e Verrucchio (Rn).
Nelle nuove date i Kula Shaker proporranno sia il nuovo album che alcuni brani del leggendario “K”, per celebrare il ventesimo anniversario della sua uscita.
Per non perdersi nemmeno un aggiornamento sui social ecco i link da non perdere d’occhio:
facebook.com/kulashaker
twitter.com/kulashaker
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Paul, per farci raccontare un po’ il loro mondo da quanto più vicino possibile.
Come è cambiata la scena musicale in questi 20 anni?
Béh, anche se sono un batterista all’attivo da oltre 20 anni non mi sono sentito “nel business”… credo di aver iniziato a sentirmici attorno al 95/99, è stato strano, sicuramente non una figata. Non mi è mai importato esserne fuori: è splendido lavorare e passare del tempo in compagnia di grandi artisti, ma è una ottima scelta anche mantenere la propria integrità e rimanere con i piedi saldi a terra.
Cosa pensate dell’Italia e dei vostri fan italiani?
Amiamo l’Italia: per noi vegetariani c’è il miglior cibo; anche in India ce n’è di ottimo, ma non andiamo molto spesso in tour là. In Italia ci sentiamo un po’ come una pop band, abbiamo fatto delle ospitate in alcuni spettacoli televisivi che ci hanno dato un profilo un po’ più alto rispetto ad altre Nazioni europee.
Piani per il futuro prossimo?
Al momento stiamo programmando giusto quest’anno e si sta già facendo impegnativo tra festival e tour. Abbiamo anche nuovo materiale, qualcosa che abbiamo registrato a Londra il primo giorno dell’ultimo tour. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
1 luglio 2016
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