Il Festival di Sanremo si avvicina e, proprio perché “Sanremo è Sanremo”, chi siamo noi per negare l’appeal che esercita sulla stragrande maggioranza della popolazione italiana, oltre che sugli appassionati di musica? Questi cinque giorni fanno fermare tutto e tutti e si parla quasi sempre di quello che (non) è successo sul palco dell’Ariston. Può davvero succedere di tutto, ma quello che ci auguriamo è che il Festival riesca anche ad essere una ottima partenza per chi si trova agli esordi della propria carriera, come Kaligola, all’anagrafe Gabriele Rosciglione, giovanissimo rapper romano, classe 1997, che tuttora vive in un quartiere periferico della Capitale dove frequenta il quarto anno del Liceo Scientifico. Kaligola è il più giovane partecipante al Festival di Sanremo 2015 nella sezione Nuove Proposte con il brano “Oltre il giardino”, che sarà contenuto nell’omonimo album d’esordio (RWM Records), in uscita questa settimana.
Ci abbiamo scambiato quattro chiacchiere per conoscerlo un po’ meglio, prima dell’inizio della kermesse.
Come stai vivendo l’esperienza di Sanremo?
Sono molto emozionato perché è una grande occasione: quando ho fatto le prove, su quel palco, ero quasi stranito, perché l’ho sempre visto solo in televisione, sembra quasi una cosa finta, distante, irreale, in un mondo parallelo… invece adesso mi ci ritrovo io!
Com’è il tuo processo di scrittura e dove trovi l’ispirazione per i tuoi testi?
Solitamente prima di scrivere un testo immagino un video: non sono mai partito a scrivere un testo decidendo di scriverlo a proposito di un argomento definito dall’inizio. Immagino un video musicale, un corto o una situazione immaginaria, da lì sviluppo un testo, mi immergo nella situazione, nell’atmosfera di quello che ho in mente e dalle emozioni che mi vengono, anche ascoltando altre canzoni, cerco di scrivere una storia.
Cosa puoi dirci del dietro le quinte della nascita dell’album? C’è stata una traccia più difficile e una più facile da chiudere?
Diciamo che fra tutti i pezzi è stato un po’ problematico chiudere “Una ruota rotonda”, una canzone che avevo iniziato a scrivere partendo da due scioglilingua, che poi ho sviluppato inventando due storie completamente diverse. Una canzone non complessa, ma insidiosa, perché collegare tutto in una forma logica è stato un po’ problematico. Avendo sviluppato due storie diverse dovevo trovare un modo per collegarle; ho pensato così ad una sorta di colonna sonora alla base con una voce in inglese che dice “ecco le ultime due storie di Kaligola”… è proprio sviluppato senza un filo logico preciso, ma come se fosse un film, alla fine… è un pezzo un po’ strano, ecco! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
9 febbraio 2015
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