Il 10 novembre, al Fabrique di Milano, è andato in scena uno spettacolo dai ritmi latini che non ha lasciato indifferente il pubblico presente, accorso in massa per ballare e lasciarsi trasportare dalla musica di J Balvin, diventato famoso in Italia grazie a “Ginza”, per poi continuare sulla scia del tormentone con “Safari”, in cui appare anche Pharrell, che nel ritornello canta in spagnolo.
Il locale era già pieno quando ANDYLOVE ha iniziato a riscaldare gli animi: il concorrente di TopDJ ha iniziato a far ballare il pubblico, preparando il terreno all’arrivo dell’artista di Medellin, che ha letteralmente fatto esplodere il Fabrique.
La potenza della musica di J Balvin è legata strettamente al ritmo che rende impossibile non ballare: anche chi non apprezza l’artista in sé per sé si è ritrovato a ballare e muoversi a ritmo, in un modo o nell’altro.
Non c’è modo di scampare alla sensualità del ritmo, anche se è chiaro che non ci si può aspettare una profondità letteraria dai suoi testi: la situazione è sempre quella canonica dell’uomo innamorato di una donna che lo ricambia o che invece sembra non amarlo.
Come è ovvio che sia, l’esito finale della storia raccontata nelle canzoni è quello che ci si aspetta: il ballo non è altro che l’anticamera di un proseguimento di serata altrettanto movimentato ma sotto le lenzuola, in modo quasi scontato, ma comunque prevedibile e apprezzabile.
I presenti al concerto non si sono risparmiati, sia sulle canzoni di “Energia”, l’ultimo disco di J Balvin, che sulle canzoni degli album precedenti.
Il corpo di ballo che ha accompagnato J Balvin durante il suo live ha contribuito a rendere uniche le esibizioni al ritmo delle canzoni, illuminate da giochi di luci che aiutavano a creare un’atmosfera a metà tra la serata in discoteca e il concerto vero e proprio.
La comunità latino americana era presente in massa, ma il locale era strapieno anche di italiani, che sapevano a memoria tutte le canzoni di J Balvin, che ha avuto il ruolo di collante sociale con la sua musica che riesce a conquistare per motivi differenti, ma sempre e comunque importanti.
Il reaggaeton è un genere particolarmente caro ai sudamericani, ma si sta facendo largo anche in Europa, con un numero massiccio di estimatori anche nei Paesi del Nord Europa, nonostante le differenze di “impostazione mentale e culturale” che sembrano dividere così profondamente Nord e Sud del mondo.
La musica può anche questo, senza pensare troppo alla profondità del testo o all’originalità delle musiche: ascoltare una canzone di J Balvin per credere; se riuscite a non muovere nemmeno un dito al ritmo di “Sigo Extrañándote” allora potrò ricredermi, ma dopo aver visto lo spettacolo del pubblico che ballava e cantava a ritmo di tutte le canzoni in scaletta, sono convinta che a ricredersi, in un modo o nell’altro, saranno gli scettici.» Chiara Colasanti
TW @lady_iron
18 novembre 2016
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