Da qualche giorno è uscito “Abbi Cura Di Te”, secondo album del percorso artistico di Claudia Lagona, dopo il fortunato esordio con “Manuale Distruzione”.
Un album composto da 12 tracce che, come delicate tessere, vanno a comporre un mosaico d’impatto, un lavoro che fa riflettere e che arriva a toccare le corde più scoperte dell’animo umano con delicatezza, ma allo stesso tempo con una irruenza tipica di chi quelle cose le ha vissute.
“Ho scritto abbi cura di te durante tutto il 2014, durante il Manuale distruzione tour: avevo tantissime cose da dire, stavo facendo delle scelte molto forti a livello musicale e personale. In queste 12 tracce parlo molto di me, ho empatizzato molto con persone al mio fianco quindi ci sono storie che non ho vissuto in prima persona, ma sono un cammino verso la felicità. Fino a qualche anno fa avevo un atteggiamento adolescenziale a crogiolarmi nella tristezza. Per me la svolta è stato scegliere: la felicità non la trovi dietro l’angolo, ma dentro di te, la scegli e quando scegli di essere felice fai delle scelte che ti portano ad esserlo e c’è voluto tantissimo coraggio!”
Lo stesso coraggio che ci è voluto scegliendo di legarsi ad una etichetta come la Carosello piuttosto che ad una major, proprio per rimanere fedele al concetto di “indie”, in quanto indipendente.
“Spesso si associa l’essere indipendente a qualcosa di molto opposto al pop, mentre io invece sono molto pop, nonostante vari tantissimo nella composizione, mi sento molto pop! Amo il poter scegliere e spero di poterlo fare sempre, vorrei poter essere l’ultima persona a decidere, quindi contare tanto! Sono “indipendente” rispetto a una major che mi “consiglia” e avvia verso percorsi che non mi piacerebbe fare! Il mainstream credo in qualche modo mi selezioni e mi scarti a priori: sono considerata un po’ borderline, sono ancora un po’ confusa! Carosello è una indipendente molto forte, con dei principi molto saldi, è una grande famiglia che ha fatto successo! Penso si possa diventare grandi senza svendersi!”
Il suo rapporto con la Sicilia pervade ogni traccia, così come l’assenza di suo papà e l’amore che nutre nei suoi confronti e nei confronti della mamma si può percepire tangibilmente in una traccia come “Finché morte non ci separi”, in cui ha invitato la madre a cantare con lei.
“Ho una sorta di amore/odio con la Sicilia, per i ricordi: ho lasciato la Sicilia a 14 anni, valigia e chitarra, per sopravvivenza, quindi sono molto innamorata della mia terra, ci torno spesso, ho casa mia lì, tutti i miei ricordi; ogni volta che torno è una capriola nel passato! Ho sempre raccontato di mio papà per forza di cose, essendo la ferita più grande, forse era più facile parlarne: l’uomo della mia vita che se n’è andato senza spiegarmi come. Quando è mancato mio padre mi sono trovata con questo scherzo del destino: è nata così “Biglietto per viaggi illimitati”. Essendo figlia di ferroviere ne ho ricevuto uno da piccola che non ho più restituito… l’unico posto dove avrei voluto raggiungerlo non potevo raggiungerlo e così parlo del treno che non posso prendere. Per quel che riguarda mia mamma ho raccontato questa bellissima storia d’amore, di cui mi vanto tantissimo: mia mamma sedicenne una notte ha legato le lenzuola, si è calata dalle finestre di casa (lasciando le finestre aperte e facendo ammalare la sorella) e con mio padre sono fuggiti e sono andati a Palagonia in provincia di Catania. Voler far cantare mia mamma nell’album è l’idea più bella che mi sia potuta venire in mente, anche se ne ero terrorizzata: non è facile entrare in studio ed interpretare bene un brano! Superato il primo scoglio dell’emozione è stata bravissima: nei miei lavori non esiste Autotune; è stata emozionante e bravissima!”
Un album tutto da assaporare, traccia dopo traccia, calandosi nella storia che Levante racconta bene in un caleidoscopio di sensazioni, musiche e parole e che ci tocca tutti molto da vicino. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
11 maggio 2015
Comments are closed.