Non lasciatevi trarre in inganno dal nome: il progetto musicale in questione si chiama Music for Eleven Instruments ma non è detto che gli strumenti utilizzati siano necessariamente undici, possono anche essere di più, tutto dipende dall’inspirazione del momento del suo creatore, il one man band Salvatore Sultano. Il suo live è stato molto apprezzato lo scorso lunedì 23 aprile da Cantunera, a Licata, ultima performance per il mese di aprile della rassegna mONday Live.
Giocava quasi in casa, essendo originario di Gela, ma le sue canzoni ci hanno fatto fare un bel giro, dal pop al rock passando ad alcuni intermezzi in cui anche la musica elettronica e la musica popolare hanno trovato spazio, un bel mix musicale in cui ogni suono trovava la giusta collocazione, un apparente disordine musicale in realtà molto ordinato.
La sua voglia di scoprire, conoscere e sperimentare, di trasformare e plasmare la musica in base agli stati d’animo e ai momenti vissuti, servendosi di strumenti diversi: tutto questo fa di lui un’artista molto duttile, che può essere tante cose insieme, diverse l’una dall’altra.
Salvatore Sultano – voce, tastiera chitarra e drum machine – nel suo live è stato accompagnato da Giulia Russo – violino e synth – e Alessandro Vitale – chitarra elettrica, piano elettrico e voce.
Prima del live abbiamo fatto qualche domanda a Salvatore “Totò” Sultano che ci ha spiegato meglio la sua visione della musica, le sue passioni e il suo sogno ancora da realizzare.
Come nasce il progetto Music for Eleven Instruments?
“Nasce da una mia idea e dalla voglia di fare musica usando strumenti musicali diversi, non necessariamente sempre gli stessi, dalla voglia di sperimentare e di creare sempre qualcosa di nuovo e di diverso. Mi occupo sia dell’arrangiamento che dei testi delle canzoni, ho coinvolto nel progetto anche altri artisti musicisti e nel 2010 è nato il primo album chiamato “Business in a sentiment”.“
Dall’album di debutto del 2010 al secondo album “At the Moonshine Park with an imaginary orchestra” uscito un anno fa cosa è cambiato?
“Sostanzialmente diciamo che mi sono reso conto di quanto sia difficile fare musica e farla in quello che per me è il modo giusto, cioè senza essere influenzati dall’aspetto commerciale: proporre qualcosa che vada più sul versante artistico che su quello capitalistico non è semplice. Da un punto di vista musicale invece c’è stata la possibilità di mettersi in gioco in maniera diversa; Music for Eleven Instruments è un progetto che mi consente di essere imprevedibile, di spaziare da apparecchiature classiche a quelle elettroniche, di sperimentare e di superare i limiti di sound predefiniti.”
Cosa è per te questa orchestra immaginaria?
“Per me è l’inspirazione che arriva e mi spinge a suonare: fondamentalmente a volte è come se avessi l’impressione di non essere io a fare determinate azioni, ma piuttosto elementi esterni che mi stimolano a creare.”
Per te qual è stato l’elemento stimolante?
“Mi forniscono molti stimoli le piccole cose che difficilmente si osservano durante la vita di tutti i giorni, ma trovo stimoli anche nell’isolamento, l’estraniarsi dalla quotidianità per ritrovarsi con i pensieri in luoghi sconosciuti, sconnettersi dalla realtà e spostarsi verso una situazione visionaria per partecipare a situazione non tanto reali: questa è la mia idea di orchestra immaginaria.”
Quali sono invece i tuoi artisti di riferimento concreti?
“Grazie alla tecnologia posso dire che molte barriere anche nel mondo della musica si sono abbattute, e quindi, pur essendo di Gela ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con tanti stili musicale diversie anche molto distanti da noi, dal brit pop alla musica popolare non solo delle nostre parti; tra gli artisti che ascolto maggiormente ci sono i Radiohead ma anche Sigur Ros, e poi anche diversi artisti indipendenti, da Gran Daddy ad Elliot Smith e tanti altri.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Per il mio futuro spero di continuare quanto più possibile con Music for eleven instruments. Un mese fa l’ultimo l’album è stato pubblicato in Germania, Austria e Svizzera, quindi è previsto un tour da quelle parti verso novembre, ma anche questa estate farò conoscere il nostro disco e il nostro modo di fare musica.”
Una cosa che vorresti ancora realizzare?
“Sogno di portare quanta più musica possibile in Sicilia, di invitare artisti che portino pezzi di cultura per poi poterci confrontare, perché poi la musica serve soprattutto a questo: a comunicare e condividere l’arte e il bello.” » Angela Amoroso
26 aprile 2017
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