Apre a Verona la grande mostra monografica dedicata a Tamara de Lempicka, una delle artiste del Novecento più amate e seguite dal grande pubblico.
Ospitata nelle bellissime sale del Piano Nobile di Palazzo Forti, sede di AMO, la mostra racconta l’eccezionale avventura artistica di Tamara attraverso 200 opere tra olii, disegni, fotografie, acquerelli, video e abiti, tra cui capolavori come Ritratto di Madame Perrot (1931-1932), La sciarpa blu (1930), La bella Rafaëla (1927) e prestiti eccezionali provenienti dal Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, dalla Fondazione Biagiotti Cigna e dal Museo della Moda e del Costume di Villa Mazzocchelli.
Durante il percorso sono analizzati i rapporti tra la sua arte e i linguaggi della fotografia e della moda – a cui è dedicata un’intera sezione – ed è raccontata la sua capacità di rappresentare la vita moderna attraverso dipinti che sono diventati icone; è infine evidenziato l’aspetto di una donna-artista che impone una figura femminile nuova, emancipata, disinibita e libera, del tutto rivoluzionaria per il suo tempo. In mostra anche i notissimi quadri “scandalosi” raffiguranti le amanti di Tamara, e i nudi pieni di sensualità per cui è conosciuta in tutto il mondo.
Anche l’opera di Tamara è letta attraverso la musica che seduce il visitatore echeggiando nelle sale della mostra. Infatti in ogni stanza suonano brani dei tempi e dei luoghi di Tamara, dalle canzoni che amò alle composizioni d’avanguardia degli anni Venti, nate in quella Parigi che fu il palcoscenico del successo della Lempicka.
Tamara de Lempicka inaugura ad AMO Arena Museo Opera una nuova “linea espositiva” dal titolo “Seduzione in Musica”: la realizzazione di mostre che avranno come file rouge l’approfondimento musicale del tema trattato in mostra arricchendo così l’esperienza del visitatore e sottolineando il legame tra arte e musica.
Con il sostegno della Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e con il patrocinio del Comune di Verona, la mostra Tamara de Lempicka, curata da Gioia Mori, è promossa dalla Fondazione Arena di Verona, ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore.
La mostra vede come sponsor Generali Italia, come sponsor tecnico Veronabooking – Cooperativa albergatori veronesi, Trenitalia e Canale Arte, in collaborazione con L’Arena e il sostegno di La Rinascente, e il supporto di Il Sole 24 ORE, Domenica 24 ORE e Radio 24.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.
LA MOSTRA
Il percorso si apre con I mondi di Tamara de Lempicka: un’esplorazione attraverso tutte le case in cui ha vissuto tra il 1916 e il 1980, tra l’anno del suo matrimonio a San Pietroburgo e l’anno della morte a Cuernavaca. I luoghi sono messi in relazione con la sua evoluzione artistica: dagli acquerelli del periodo russo, alla ritrattistica degli anni Venti realizzata nei suoi ateliers parigini, alle opere dipinte a Beverly Hills nella grande villa in stile coloniale di King Vidor progettata dall’architetto Wallace Neff, a quelle degli anni Quaranta che rispecchiano gli arredamenti e il gusto della casa di New York. Questo sguardo nell’intimità delle sue stanze esplora anche i mondi culturali di riferimento, facendo emergere inediti rapporti, come quello tra il dipinto Strada nella notte e le foto di Kertész, che restituisce la medesima stupefazione di questi rifugiati dall’Europa dell’Est nella città “delle luci”, per tutti loro luogo di elezione.
La seconda sezione, Madame la Baroness, Modern medievalist, prende il titolo da un articolo dei primi anni Quaranta uscito negli Stati Uniti, dove si esaltava il suo virtuosismo tecnico espresso soprattutto nelle nature morte, primo genere in cui l’artista si cimenta fin dall’età adolescenziale e che raggiunge livelli eccelsi negli anni Quaranta. Tra le opere esposte, La conchiglia uno straordinario trompe-l’oeil del 1941, e alcuni dipinti dedicati alle Mani, in cui la Lempicka riprende un soggetto al quale alcuni fotografi – Kertész, Kollar, Dora Maar – avevano dedicato particolare attenzione negli anni Venti-Trenta, qui messi a confronto con i quadri.
La sezione The Artist’s Daughter (titolo di un articolo americano del 1929), presenta quei dipinti dedicati alla figlia Kizette che le portarono i maggiori riconoscimenti: tra le opere esposte, Kizette al balcone, premiato nel 1927, e La comunicanda, premiato nel 1929, prestiti del Pompidou e del museo di Roubaix.
Donna dalla natura ambivalente, a una condotta trasgressiva coincide un’insospettabile attenzione per la pittura “devozionale”: Madonne e santi, sono i dipinti riuniti nella sezione intitolata Sacre visioni: dalla Vergine col Bambino del 1931, del Musée des Beaux-Arts di Beauvais, alla Vergine blu del 1934 di prestigiosa collezione privata, al quadro preferito dalla Lempicka, La madre superiora del Musée des Beaux-Arts di Nantes.
Lo spazio dedicato a Le “visioni amorose” racconta attraverso eccezionali nudi la delicata attenzione riservata a uomini e donne da lei amati: in mostra, l’unico Nudo maschile da lei dipinto, e poi tutte le donne desiderate, con capolavori come La sottoveste rosa, La bella Rafaëla, Nudo con edifici. Qui è esposta anche la principale fonte pittorica dei suoi nudi: il dipinto Venere e Amore di Pontormo, in una versione cinquecentesca di manierista fiorentino. Dalla ripresa dell’antico la Lempicka approda allo studio della moderna fotografia di nudo: gli scatti di Laure Albin Guillot rendono evidente la sua ricerca sulle pose e sull’illuminazione da studio fotografico.
Nella sezione Scandalosa Tamara si affronta il tema della Coppia: da quella eterosessuale ripresa dal Bacio di Hayez, alle coppie saffiche messe in relazione con alcuni documenti fotografici di Brassaï e Harlingue sui locali per sole donne dell’epoca.
La sezione Dandy déco ospita per la prima volta tutti insieme i dipinti della Lempicka in cui appare evidente il suo rapporto con la moda del tempo. Provenienti da collezioni europee e americane e da musei francesi, nelle due sale dedicate a questo tema è possibile ammirare un disegno del 1920-1921, epoca in cui faceva l’illustratrice di moda; Saint-Moritz (1929) del Musée des Beaux-Arts di Orléans, in cui la modella indossa una creazione di Jean Patou; La sciarpa blu (1930), con l’immagine di una donna sportiva che indossa il basco di feltro, accessorio imposto dalle attrici preferite della Lempicka, Greta Garbo e Marlene Dietrich; Ragazza in verde (1930-1931) del Centre Pompidou, con un modello ripreso da Madeleine Vionnet; Ritratto di Madame Perrot (1931-1932), con un abito della Maison Blanche Lebouvier; Ragazza con piedistallo (1931-1932), con un abito Marcel Rochas; Signora elegante con cappello fiorito (1938-1940), con un’acconciatura ripresa da Arletty, fino ai dipinti degli anni Quaranta con cappelli fioriti e turbanti, e al dipinto del 1952 Donna con cappello del Musée d’Art moderne di St. Etienne Metropole, che indossa una creazione della stessa Lempicka. » red
19 settembre 2015
Tamara de Lempicka
Dal 20 settembre 2015 al 31 gennaio 2016
AMO Arena Museo Opera – Palazzo Forti
Via Massalongo 737121 Verona (Verona)
• lunedi 14.30 – 19.30
• da martedi a domenica 9.30 – 19.30Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura – See more at: http://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=48944#sthash.y2OwVmFf.dpuf
Info
045 8538154
Costo: 8,00€ – 14,50€
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