I Romani lo chiamavano Punica Granatum perchè fu importato in Europa durante le guerre puniche e per il suo particolare colore rosso. Sto parlando del melograno per i comuni mortali, “melagrana” per gli addetti del settore, visto che parliamo del frutto e non dell’albero. Noi Siciliani lo chiamiamo “ranàta” e gli Spagnoli “Granada”, come la famosa città ”del sole e dei fiori” (così cantava Claudio Villa nel ’52), di cui il melograno è proprio simbolo. Questo non è sicuramente un frutto ”abituale”, eppure chiunque abbia nonni o zii collegati in qualche modo all’ambiente contadino, li ha sicuramente visti in cucina… già magari ce n’è uno anche adesso! Cresce su un alberello, per intenderci, di altezza generalmente contenuta entro i 2m, le foglie sono strette ed allungate oltre ad essere caratterizzate da un intenso colore verde brillante; da marzo la pianta si riempie di splendidi fiori di colore rosso-corallo con tre-quattro petali, così belli da essere anche coltivati a scopo ornamentale. Il frutto è botanicamente una balausta, ovvero una bacca di consistenza molto robusta, con buccia dura e coriacea, di colore rosso-arancione. All’interno sono presenti i semi, detti arilli, circondati da una polpa traslucida il cui colore va dal bianco al rosso rubino, più o meno acidula e, nelle varietà a frutto commestibile, dolce e profumata. All’apice del frutto (opposto al picciolo) è presente una caratteristica robusta corona a quattro-cinque pezzi, residui del calice fiorale, per la quale il melograno è stato assunto a rappresentare “la santità”. Si presta bene all’arido estivo ed alle temperature invernali tipiche del Mediterraneo, per cui viene coltivato fin dall’antichità in una fascia di terre che va dall’Azerbaijan all’Iran, Armenia, Palestina ed Egitto. Se pure in assenza delle moderne conoscenze scientifiche, ”gli antichi” la sapevano lunga sui benefici di questo frutto che consumavano, come ci dimostra il ritrovamento di residui di semi e bucce in focolari risalenti a diversi millenni fa.
Il ”succo di Melograno” è oggi di moda più che mai, e devo dire che questo non mi dispiace: tra un kebab e l’altro, ogni tanto, dobbiamo anche pensare alla salute!
La sua bonta è legata agli antiossidanti, gli stessi contenuti nel vino rosso e nel tè verde, ma il melograno ne contiene quantità tre volte superiori.
Tra i tanti, comunque, il melograno è simbolo di buon auspicio…per cui speriamo ci porti bene!
>> F. Florio
16 ottobre 2013
Comments are closed.