Quella dello chef è una professione indissolubilmente legata con il territorio, che va rispettato, protetto e valorizzato.
Le ricette prendono inevitabilmente ispirazione e si nutrono di quello che il territorio produce. Martina Caruso, con i suoi piatti dimostra tutto l’amore per la sua terra, per Salina, dove è nata ed ha deciso di vivere.
Acclamata dalla critica e premiata con una stella dalla Guida Michelin è riconosciuta come una delle migliori interpreti dell’alta cucina, nel 2016 le è stato assegnato lo “Young Ethical Talent Award”, un premio dedicato ai giovani talenti emergenti nel campo della ristorazione, premio creato nell’ambito della manifestazione CARE’s – the ethical chef days a conferma che la sua scelta di vivere e lavorare a Salina prima che una scelta professionale, di vita è una scelta etica.
Da qui prende le mosse l’impegno costante nel sostenere i piccoli produttori siciliani, con l’intento di valorizzare e far conoscere il patrimonio agricolo dell’Isola, rivelando sempre nuove chiavi di lettura, esprimendo attraverso i suoi piatti tutta la bellezza e la storia di Salina.
Per questo non ha esitato un momento quando ha sentito che la sua terra che ama tanto è minacciata dalla creazione di un termovalorizzatore a Milazzo e nella Valle del Mela, che rischierebbe di danneggiare definitivamente un sito, quello delle Eolie, riconosciuto dall’Unesco me un Patrimonio dell’umanità, che meriterebbe quindi ben altra considerazione e rispetto.
Sono decine le associazioni, le organizzazioni e i comitati che si sono dati appuntamento domenica 28 a Milazzo, per protestare contro il progetto di riconversione della centrale termoelettrica di San Filippo del Mella alla combustione di Css, ovvero la frazione combustibile dei rifiuti indifferenziati. La messa in funzione di tale impianto sarebbe pericoloso per la salute delle centinaia di migliaia di persone che abitano le zone limitrofe e dannosa dal punto di vista ambientale e paesaggistico.
In piazza ci sarà anche Martina Caruso, con la giacca da chef, insieme ai suoi colleghi delle Eolie e della provincia di Messina, ci saranno anche i sommelier con le loro insegne, per sottolineare quanto gravi e diffuse potrebbero essere le conseguenze della realizzazione di un’opera tanto invasiva in un territorio tanto delicato.
Lo chef di Salina ha lanciato un appello in cui spiega “Ho necessità di proteggere la natura che cogliamo, e che sotto le mie mani si trasforma in un piatto in cui credo. E c’è sempre un filo conduttore, un’ispirazione che dal frutto si trasforma in un cibo che mi rassicura, un bisogno di cucinare cose buone, soprattutto buone nel cuore, fatte di elementi sani, biologici, nati nella loro stagione”.
“Nel mio piccolo – ci ha spiegato al telefono – sono intervenuta per tutelare il territorio, l’ambiente. Ci credo in questo territorio, nelle Isole e nella Sicilia. Non avrebbe senso porre un’ipoteca così gravosa sul nostro futuro”.
“Milazzo – continua – è la porta verso le Eolie, mi sono sentita in dovere di intervenire perché le conseguenze negative coinvolgerebbero anche Salina, che sarebbe inquinata e vedrebbe contaminata la propria immagine”.
“I vecchi ci hanno insegnato il recupero delle cose, la pazienza e l’attenzione a non sprecare, perché sprecare é peccato, e la terra è sacra. Mi pare assurdo che non ci siano tecnologie e scelte alternative che possano impedire il grande spreco ed i pericoli che deriverebbero dal bruciare i rifiuti”.
“Queste isole – conclude – vivono di turismo, di bellezza, di bontà, di cieli azzurri e mare tra i più belli al mondo; permettere che un tale scempio possa verificarsi, sarebbe un crimine verso noi stessi e la nostra economia, oltre che verso la nostra cultura”.
Intanto, la questione è arrivata all’Assemblea Regionale Siciliana, il Presidente della Regione Nello Musumeci intervendo in Aula sul tema dei rifiuti ha esposto il crono programma del suo governo, ed ha dichiarato che “In Sicilia non c’è bisogno di termovalorizzatori, che comunque non demonizzo: penso però che la soluzione sia data dagli impianti di compostaggio”. » Francesco Lauricella
25 gennaio 2018
L’apello dello chef Michelin Martina Caruso a difesa di Milazzo e delle Eolie
Ho chiaro in mente da sempre, quale sia la strada giusta per la mia terra, le Eolie, Patrimonio dell’Umanità, a cui questo titolo non ha aggiunto bellezza ma ci ricorda quanto meriti di essere assolutamente tutelato, come ogni cosa bella che aspiri a restare tale.
La provincia di Messina, Milazzo e la valle del Mela, luoghi a poche decine di chilometri da casa mia, dalle isole Eolie, dalla mia cucina… stanno vivendo la minaccia incomprensibile della conversione di una centrale elettrica dismessa, in un futuro megainceneritore. Un enorme bocca di fuoco che brucerebbe 500 mila tonnellate di spazzatura all’anno, con il residuo eterno di 150 mila tonnellate di ceneri. Cosa verrebbe bruciato? Perlopiù Combustibile Solido Secondario, gomma e plastica. Qualcosa spaventosamente in disaccordo con tutto ciò che abbiamo intorno; un mare meraviglioso, una natura che generosamente ci aiuta ogni giorno a continuare a lavorare nella ricerca della qualità delle cose, nella protezione dei prodotti, con i produttori con cui lavoro e mi rispecchio.
La mia isola possiede il Presidio Slow Food Cappero di Salina. Il cappero è un elemento costante nella nostra cucina e nella mia cucina. Capace di un’intensità aromatica che non lo confonderesti con nient’altro al mondo…profumatissimo e selvaggio.
C’è amore nel mio modo di descrivere quest’isola, Salina è importante, le Eolie sono importanti ed importante è la Sicilia, immensa isola del Mediterraneo che della bontà della sua gastronomia fatta come tutte le cose buone, di elementi poveri e fantasia, ne ha fatto un punto fermo indissolubile che si tramanda da millenni. E da millenni coltiviamo la Malvasia delle Lipari, l’uva aromatica che soltanto qui…trova la sua condizione ideale e diventa denominazione di origine controllata da tutelare. Molti i produttori che si dedicano a queste due eccellenze, e lavorano per raccontare questa terra attraverso i suoi frutti.
Due anni fa ho avuto la gioia di vincere il premio Young Etichal Talent Award, un riconoscimento riservato da Care’s, nell’idea di una cucina etica, che lavora per amore del suo territorio e si fonde con esso in un legame indissolubile, partendo dal principio che cucina e cura, attenzione alle materie prime, a non sprecarle… siano indissolubili. Questa filosofia per noi, gente di una terra difficile in cui a volte, nelle stagioni ostili…anche un filo d’erba diventa speranza, ci è familiare da sempre. I vecchi ci hanno insegnato il recupero delle cose, la pazienza e l’attenzione a non sprecare, perché sprecare é peccato, e la terra è sacra.
Oggi questi insegnamenti atavici che di padre in figlio si sono tramandati per generazioni, vengono offesi dalla violenza veloce e sbagliata di questo sopruso verso la nostra terra.
Incenerire è un crimine, incenerire non ce l’hanno insegnato.
Queste isole vivono di turismo, di bellezza, di bontà, di cieli azzurri e mare tra i più belli al mondo; permettere che un tale scempio possa verificarsi, sarebbe un crimine verso noi stessi e la nostra economia, oltre che verso la nostra cultura.
Le nanopolveri di un inceneritore, raggiungono distanze assolutamente enormi contaminando le piante, gli alberi il mare, e avvelenando tutto ciò che ci siamo impegnati a proteggere. Le ceneri derivate dalla combustione invece, sono eterne, moriranno in nuove discariche speciali e le Eolie sono ad un passo da tutto questo, fermo restando che nessun luogo al mondo meriti un simile ecomostro accanto, ed i paesi del resto d’Europa che li ha costruiti decenni fa, oggi vanno verso la conversione ed il riciclo. Stiamo rischiando una grave minaccia ambientale, ecologica ed etica per questo territorio straordinario, che non è un semplice territorio, ma la nostra bellissima casa.
Il megainceneritore brucerebbe quasi duemila tonnellate di rifiuti al giorno, un tir colmo di monnezza attraverserebbe il suolo milazzese ogni sei minuti. È questo ciò che offriremo ed insegneremo ai nostri figli un domani? È questo ciò che metteremo nel piatto? Il cappero alla DIOSSINA o la Malvasia alle NANOPOLVERI? Sarebbe questo lo scenario accogliente che dovranno trovarsi davanti i turisti arrivati in Sicilia?
Io mi schiero con la mia terra, con la sua storia e con chi l’ha portata a diventare una poesia di cibo buono nel mondo. Non c’è spazio per questo orrore e non c’è intenzione di permettere che si compiano altri scempi ai quali un giorno dovremo rispondere.
Martina Caruso
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