Il primo disco della Sony del 2015 è quello di Marco Mengoni, “Parole In Circolo”, uscito oggi e già sulla bocca di tutti… dei fan in primis, che lo hanno consacrato da tempo tra i più “discussi” sui social network (non a caso il fandom di Mengoni si chiama e si fa chiamare “esercito”).
Nel corso della conferenza stampa i temi trattati sono stati molti e tra i più disparati, ma la costante è stata una: l’importanza del verbo.
Del verbo, sì, e della riflessione, dello studio, della sedimentazione dei concetti: questo album, prima parte di un progetto più grande, ne è la dimostrazione lampante.
Già in questi giorni, impegnato tra instore tour, tournée nei palazzetti in arrivo, Marco tornerà in studio, per la seconda parte del progetto, ovvero “Parole In Circolo 2”.
Il cambiamento in atto è davvero grande: l’artista che è diventato famoso grazie a X Factor nel 2009, è decisamente cresciuto e si sente, già da “Guerriero”, primo singolo dell’album.
“La sfida di “Guerriero” è stata impegnativa per me, che mi reputo un giovane: il testo è pregno di significati e c’è un notevole cambio di approccio alla mia vocalità. Quei mi bemolle di petto e gli orpelli che uscivano senza problemi e che mi hanno caratterizzato fino ad oggi lasciano il passo ad un approccio completamente opposto: qui sono il testo e l’arrangiamento a farla da padrone. In ogni parola entrano degli strumenti che poi non sentiamo più… non è stato facile per me, ma ci tenevo davvero tanto e ho lottato molto durante le discussioni interne alla casa discografica!”
Parlando di un disco che si chiama “Parole In Circolo” non si poteva poi non parlare, appunto, della scelta delle parole dei testi, di cui si è occupato in prima persona: “le parole sono diventate sempre più importanti e ho capito che il cambio era sempre più radicale. Dovevo dare maggior importanza alle parole che mi frullavano per la testa e vedevo e sentivo ovunque, mettermi a tavolino, fare mente locale e dargli più importanza rispetto all’aspetto vocale. Non sarò mai del tutto soddisfatto, però per questo ho tempo di aggiornarmi e modificarmi nella parte due. Ci sono delle buone basi per il prossimo progetto, ma devono per forza vivere di quello che avverrà nel tour, di quello che succederà già da oggi. Voglio aspettare, devo aspettare…”
Attesa che non sarà in solitaria: i fan attenderanno con lui, così come hanno fatto finora, senza mai fargli mancare il loro sostegno.
“Il centro di tutto questo sono gli ascoltatori: volevo offrire loro un’esperienza diversa, in continua evoluzione anche nel progetto live… Anche i fan faranno questo percorso di innovazione: sono gli esseri umani che permettono a me di essere qui, di aprire questo capitolo e non chiuderlo, che vanno a comprare il mio disco, ascoltano la mia musica, vengono al mio concerto. Ho deciso di creare questa app gratuita per loro: mi unisce al mio pubblico, unisce tutti quei social network a cui siamo troppo attaccati: siamo fatti di carne e ossa e non di pixel, dovremmo ricordarcene più spesso! A noi serve guardare quello che si scrive sui social network, anche per modificare la mia scrittura: tutto serve come input e non c’è input più forte di quello dato dai fan.”
Non vi resta che ascoltare questo tentativo di cambiamento iniziato da uno degli artisti italiani più apprezzati del periodo, che ha fatto ricredere molti di coloro che fanno “di tutta l’erba un fascio”, dimostrando che dai talent esce bene anche il talento… e non solo l’immagine, fittizia e con una scadenza sempre a troppo breve termine. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
13 gennaio 2015
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