SCUOLA – La manovra finanziaria che domani sarà varata dal governo rischia di infliggere un altro duro colpo alla scuola pubblica. Verrebbero confermati per gli anni a venire i tagli ed i ridimensionanti subiti in questi tre anni dal sistema formativo. A denunciarlo Caterina Pes, deputata del Partito Democratico, che annuncia come il duo Tremonti-Gelmini prepari “Tre anni di lacrime e sangue per la scuola italiana”.
“I provvedimenti inseriti nella bozza della manovra economica che sarà approvata domani in Consiglio dei ministri non recano, infatti, – ma c’era da immaginarselo – buone notizie per la scuola italiana: stop delle retribuzioni per un altro anno fino al 2014, congelamento degli organici dall’anno scolastico 2012/13, accorpamenti di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado in un unico istituto comprensivo e, dulcis in fundo, ridimensionamento di fatto degli insegnanti di sostegno”. “Se a questo si aggiunge – prosegue l’on. Pes (Pd) – il blocco del turn over nella pubblica amministrazione, l’aumento dell’età pensionabile per le donne fino ai 65 anni e il rincaro dei ticket, il quadro che emerge è desolante: all’orizzonte si annuncia l’ennesima e inaccettabile opera di demolizione e devastazione dell’intero sistema scolastico e sociale del nostro Paese”.
“È contenuta – aggiunge – una stretta sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado che ‘per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito del medesimo ciclo di istruzione’ verranno accorpate in unico istituto. Via libera, dunque, alla soppressione delle autonomie scolastiche che non raggiungono il parametro stabilito dei 1000 alunni. Eccezione sarà fatta per i territori montani e le piccole isole”.
“La razionalizzazione – come amano chiamarla dalle parti di palazzo Chigi – che questo governo – con la complicità del ministro Gelmini – sta attuando nei confronti della scuola è intollerabile per un Paese civile che crede nel valore dell’istruzione e della formazione. L’intero sistema formativo . università compresa – ha subito in questi anni un’opera di demolizione e continuare su questa strada – per esigenze di bilancio e di pacificazione politica tra le anime irrequiete del centrodestra rischia di infliggere il colpo finale ad un settore strategico già fortemente indebolito”.
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