Il costo da sostenere al fine di contrarre una polizza assicurativa è strettamente collegato con il tipo di prodotto sul quale viene a cadere la nostra scelta. E’ del tutto naturale che tra un prodotto teso a coprire un grande numero di eventi sfavorevoli e per un lungo periodo, e una polizza che ha invece il compito di coprire eventi e limiti temporali circoscritti, possa esistere una differenza abbastanza cospicua.
Vanno inoltre considerati altri fattori tali da andare ad incidere in maniera rilevante sul costo della polizza, come ad esempio i profili di rischio del contraente. Profili che possono essere dedotti da informazioni mediche e relative allo stile di vita che lo distingue, ad esempio in relazione al lavoro svolto. In definitiva, la rischiosità che distingue il contraente deve essere attentamente considerata per tutte quelle polizze che hanno come loro fine il risarcimento di danni.
Una rischiosità che molto spesso viene ad essere collegata all’ambiente nel quale l’utente conduce la sua esistenza, aspetto che deve sempre essere attentamente considerato, in particolare quando si parla di prodotti come le polizze per la propria abitazione, le Rc auto e quelle del ramo vita.
La domanda da porsi al riguardo, è la seguente: in quale modo viene ad essere determinato il premio che va versato dal cliente al fine di poter aderire a una polizza assicurativa?
Un quesito che soprattutto in relazione alle Rc auto, aiuta non poco a capire il motivo di tariffe che costituiscono ormai da anni una vera e propria anomalia a livello continentale. Basti pensare al riguardo che una polizza per la responsabilità civile del proprio autoveicolo costa in Italia praticamente il doppio rispetto alla media europea e quasi tre volte il corrispettivo di quanto debbono versare gli automobilisti del Regno Unito.
Va ricordato al proposito che nel nostro Paese l’assicurazione Rc auto è obbligatoria, un dovere che discende dalla presunzione secondo la quale è sempre il conducente ad essere responsabile dei danni provocati a persone o cose in caso di incidente.
Un obbligo che costringe chi vuole mettersi alla guida del proprio autoveicolo a versare una determinata somma, il premio, come corrispettivo della copertura che la compagnia assicurativa presta nell’eventualità di un sinistro.
Il premio è la derivante dalla somma tra le componenti variabili e quelle fisse. Le prime sono quantificate sulla base di una serie di parametri specifici, legati proprio alla persona che stipula il contratto assicurativo. In questo quadro si andranno dunque a prendere in esame gli incidenti eventualmente provocati in un determinato arco di tempo, l’utilizzo del veicolo assicurato, lo stato in cui versa lo stesso e il luogo in cui il conducente vive. Un utente che abbia magari dato vita ad un incidente negli ultimi due anni e che abbia la sua residenza a Napoli, dovrà sottoporsi ad un vero salasso rispetto ad uno che è invece considerato virtuoso, non essendo stato protagonista di sinistri nel corso della sua vita automobilistica e che abiti ad Aosta.
Proprio il combinato disposto tra attestato di rischio, ovvero il documento in cui si riepiloga la storia assicurativa di un utente, e luogo di residenza, ha una elevatissima incidenza sul costo finale di una Rc auto. Con relativo corollario di polemiche, soprattutto in relazione a quella che le associazioni di difesa dei consumatori indicano come una nuova questione meridionale, ovvero l’abitudine da parte delle compagnie di far pagare molto di più al Sud rispetto al resto del paese.
Una abitudine che non deriva dalle condizioni di traffico o dalle condizioni più o meno obsolete del veicolo, quanto dal fatto che proprio il Meridione continua a segnalarsi per il numero di truffe assicurative. Un numero molto più elevato che nel resto della penisola e tale da spingere le compagnie a sanzionare i comportamenti in questione aumentando le tariffe riservate agli utenti della parte inferiore dello stivale.
Il concatenarsi di questi fattori, ha fatto sì che in Italia la regione che si caratterizza per le assicurazioni più salate sia la Sicilia. Un record poco invidiabile, cui concorrono in modo particolare città come Agrigento, Trapani e Ragusa. La caoticità del traffico cittadino, le condizioni sempre abbastanza critiche della rete viaria e il numero elevato di veicoli in non perfette condizioni a causa dell’avanzamento dell’età, costringe gli automobilisti isolani a versare un premio medio che si attesta alla bella quota di seicento euro annuali. Ben centoventi in più rispetto a quella che è invece la media nazionale. Un record nazionale di cui i siciliani farebbero volentieri a meno. » Luca Bozzi
9 luglio 2015
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