PARMA – Erano tante le attese e gli auspici per la Sicilia, che secondo molti avrebbe potuto portare nell’olimpo della Guida Michelin alcuni nuovi ristoranti.
Confermate le voci che volevano una nuova stella a Taormina, conquistata dal St. George by Heinz Beck del Ashbee Hotel. Il ristorante porta la firma del pluristellato romano/tedesco ma ha una sua identità di gusto grazie allo chef resident Giovanni Solofra. Lo chef di origine campana conosce bene la Sicilia, grazie ad una esperienza durata oltre tre anni al Duomo di Sultano. Utilizza e apprezza le materie prime del territorio, anche le meno note e celebrate, come il Tenerume. É arrivato in Sicilia “in punta di piedi” e si è approcciato alle ricette della tradizione con grande rispetto. La sua Pasta con le sarde è un tortello con un brodo di Garum. Non ha smarrito la sua curiosità sulla cucina siciliana e sul suo grande patrimonio gastronomico. “La cucina siciliana è infinita” ci dice a margine della presentazione, siamo sicuri che continuerà ad esplorarla e a fare sempre nuove scoperte.
Per la prima volta Catania ha un ristorante stellato: è il Sapio Restaurant del giovane Alessandro Ingiulla, originario di Santa Maria di Licodia. Su di lui la pesante responsabilità di essere lo chef stellato più giovane presente nella guida Michelin Italia 2019 e di aver portato per la prima volta il macaron in un ristorante del capoluogo etneo.
Ha inseguito il sogno di diventare cuoco sin a piccolissimo: a 12 anni, sfidando i genitori, andava a lavorare nei locali di amici e parenti. Ha continuato ad accumulare esperienze anche durante il periodo di studi all’Alberghiero di Nicolosi. Vanta numerose esperienze in Francia ed Austria, finché, poco meno di due anni fa, insieme alla compagna Roberta Pozzetto ha aperto il suo ristorante nella sua città. Il loro è un rapporto nato sui banchi di scuola che si è rafforzato nelle esperienze di lavoro all’estero. Adesso sono un affiatato team di questo giovane ristorante: lei elegante e cortese in sala, lui preparato e determinato in cucina dove realizza piatti che “conquistano sia la vista che il gusto”.
Alla conferenza stampa appare più consapevole che contento e guarda con rispetto i suoi colleghi tristellati (Bottura, Feolde, Alajmo…) con cui si trova, inaspettatamente, a condividere commenti ed emozioni.
Spiega la sua cucina come “Buona, fatta con ingredienti semplici, rispettando la materia prima”. Il suo approccio con la tradizione è molto influenzato dalle esperienze internazionali ma per lui arancini, caponata e norma rimangono dei monumenti intoccabili. Ingiulla fa parte di una nuovissima generazione di chef siciliani che vantano esperienze all’estero, che hanno potuto trarre ispirazione dai colleghi siciliani più maturi, e che stanno per scrivere una nuova pagina della cucina siciliana che imprime alla tradizione una ulteriore impronta internazionale.
Un bilancio positivo dunque per la ristorazione siciliana, solo qualche delusione per qualche altro ristorante che aspirava, e probabilmente meritava,una stella o faceva qualche pensierino alla seconda. Continua a mancare una terza stella al Sud e in Sicilia. Grande rammarico per Massimo Mantarro del Principe di Cerami che a causa dei lavori di ristrutturazione che stanno interessando l’Hotel San Domenico perde una stella: passando da due a una. Ma siamo sicuri che dopo la ristrutturazione potrà riconquistarla rapidamente. » Franesco Lauricella
15 novembre 2018
Due Stelle Michelin
Licata AG La Madia
Ragusa Duomo
Ragusa Locanda Don Serafino
Una stella Michelin
Caltagirone CT Coria
Catania Sapio
Linguaglossa CT Shalai
Eolie / Salina ME Signum
Eolie / Vulcano ME Il Cappero
Taormina ME Principe Cerami
Taormina Lido di Spisone ME La Capinera
Taormina ME St. George by Heinz Beck
Bagheria PA I Pupi
Palermo / Mondello PA Bye Bye Blues
Terrasini PA Il Bavaglino
Modica RG Accursio
Ragusa RG La Fenice
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