Due settimane fa andava in onda l’Eurovision Song Contest da Copenhagen e l’Europa si metteva in mostra musicalmente parlando, e non solo.
Ma non sono qui per parlarvi ancora una volta dell’esibizione di Emma o della vittoria di Conchita Wurst, no.
Ho voluto approfondire la realtà dell’Eurovision (qui in Italia decisamente troppo snobbata!) grazie alla collaborazione di un artista che l’Eurovision lo ha vissuto a pieno, in prima persona. Oggi ci addentriamo nel dietro le quinte dell’Eurovision insieme a Mattia Bordignon (“Matt” per gli amici!), avvocato ventisettenne svizzero, che ha accompagnato, insieme ad altri suoi colleghi, Sebalter, il concorrente svizzero che ha conquistato tutti con la sua “Hunter Of Stars”.
Parliamo di te, Mattia: come ti presenteresti ai lettori?
Suono la chitarra, il basso, po’ di pianoforte e canto; naturalmente la mia passione è la musica. Oltre al piacere e all’onore di collaborare con Sebalter sto attualmente lavorando ad un progetto acustico in cui suono e canto (“Be-Secret”) anche se per anni ho suonato e cantato musica più rock.
Com’è nata la collaborazione con Sebalter e com’è stata la preparazione all’Eurovision?
Mi sono sempre trovato molto bene con Seba, siamo molto affini su tanti aspetti ed era da tempo che si pensava di realizzare un progetto insieme. Seba, tornato dal suo giro negli States, in una serata estiva tra amici, mi ha parlato della sua idea di partecipare all’ Eurovision e mi ha coinvolto nell’avventura. La preparazione è poi stata un climax di euforia, divertimento e spontaneità, conditi naturalmente dalla serietà e dall’impegno che sono fondamentali per proporre della buona musica.
Com’era l’atmosfera a Copenaghen e com’era una tua giornata tipo, quando eravate in Danimarca?
L’atmosfera di Copenhagen era semplicemente fantastica: è stato stupendo trascorrere le giornate a contatto con gli altri artisti, un’esperienza davvero arricchente. Bello poi scoprire anche qualche particolarità di altri paesi, di cui non conoscevo molto! La giornata tipo è difficile da descrivere. Alcuni giorni erano meno pieni, quindi si riusciva a dormire qualche ora in più, a fare un po’ di fitness o rilassarsi per un po’ nella spa dell’hotel. Altri giorni erano più accesi, si suonava in qualche locale o addirittura per strada. Con l’avvicinarsi delle fasi finali invece trascorrevamo la nostra giornata (quasi nella sua totalità) nella “hall” e nel backstage (un vero e proprio micromondo!) preparandoci alle esibizioni, tra prove generali, trucco ecc. I tempi morti si passavano chiacchierando con le altre band e facendosi un sacco di risate!
Qualche aneddoto particolare che ricorderai ancora molto a lungo quando penserai a questa esperienza?
Beh, di aneddoti ce ne sarebbero molti da raccontare. Il più “esplosivo” direi che riguarda la nostra prima prova generale sul grande palco, con la coreografia definitiva. Allo scadere del count down, dopo le prime plettrate di chitarra sapevamo che ci sarebbero stati dei fuochi artificiali, dal palco però nessuno di noi se li aspettava così potenti e improvvisi: direi che siamo letteralmente “saltati in aria” anche noi.
Come è “sentito” l’Eurovision in Svizzera? (Qui da noi in Italia praticamente non viene quasi tenuto in considerazione, ahinoi!)
Eurovision in svizzera è percepito sicuramente in maniera diversa rispetto all’Italia. CHiaro, come in tutte le cose vi sono dei pareri contrastanti, alcuni amano il concorso e lo seguono di anno in anno, altri non lo apprezzano particolarmente. Bisogna dire però che in Svizzera il candidato che rappresenterà la nazione al concorso internazionale viene scelto (come in altre nazioni) al termine di un concorso interno, anch’esso trasmesso televisivamente. Il pubblico inizia dunque a “partecipare” al contest già dalle sue prime fasi ed è quindi invogliato poi a gustarsi anche il seguito.
Sogni per il tuo futuro prossimo da tirare fuori dal cassetto?
Diciamo che già questa avventura all’Eurovision è stato un gran bel sogno che grazie a Seba e a tutto il resto della band non è rimasto nel cassetto! Da musicista comunque diciamo che la voglia è sempre quella di suonare e continuare a fare musica… Questo è il sogno più grande, tanto che ogni tanto poi il cassetto esplode! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
23 maggio 2014
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