di Gabriella e Guido Baldoni
Enzo Baldoni, nostro padre, purtroppo è finito sulle prime pagine dei giornali nell’agosto del 2004, quando è stato sequestrato ed ucciso in Iraq da un gruppo di terroristi islamici mentre lavorava come reporter freelance. Quest’anno ricorrono i dieci anni dalla sua morte.
Noi eravamo a Licata quando successe tutto questo e tra i ricordi terribili di quei momenti non possiamo dimenticare gli amici e le persone che si sono prese cura di noi, facendoci sentire l’affetto e la vicinanza. Risolvendo questioni tecniche, manifestando davanti al palazzo del Comune, o ancora facendoci arrivare il loro pensiero. Insomma: ci siamo sentiti stretti in un abbraccio che ci ha sostenuti nei momenti difficili.
Dieci anni dopo, gli stessi amici ci hanno proposto di ricordare nostro padre con una festa. Proprio come avrebbe voluto lui: niente fronzoli o cerimonie, ma musica, letture, belle persone. Un modo per stare insieme, sentirsi vicini, raccontare a chi non lo conosceva che uomo era e come amava vivere.
Enzo era molto legato a Licata, non solo perché terra natale di nostra madre. È sempre stato un grande viaggiatore, ma spesso, in estate, passava qualche giorno qui. In quei momenti non perdeva il suo sguardo curioso e avventuroso. Andava a conoscere i pescatori e si faceva portare sui pescherecci, esplorava tenute abbandonate, parlava con la gente del posto ascoltando ogni racconto.
Ci ricordiamo da bambini di un bagno notturno alle Balatazze, una zona di scogli di Licata. Un tuffo con la maschera nell’acqua scura e la scoperta del “mare in amore”, quel fenomeno di luminescenza per il quale ogni movimento provoca centinaia di scintille blu. Come tante lucciole azzurre che si sprigionano dai movimenti nell’acqua. Un’emozione indimenticabile.
Nostro padre era anche un gran gourmet. Per lui il cibo rivestiva un’importanza fondamentale. Sia che si trattasse di cibo di strada, sia di ristoranti stellati, era sempre contento di assaggiare nuovi sapori.
Un giorno decise di fare una sorpresa a nostra madre, piombando inaspettato a Licata per il suo cinquantesimo compleanno. Prima andò dritto dalla zia Rosa, famosa in famiglia per essere una cuoca raffinata. Lei era certamente la persona più adatta a suggerirgli un ristorante per un’ottima cena. Parlò di un posto aperto da poco, ma, a detta sua, eccezionale.
Diceva che lo chef, un certo Pino Cuttaia, aveva aperto a Licata dopo una lunga gavetta in Piemonte in ristoranti prestigiosi.
Neanche a dirlo: Enzo si innamorò follemente della cucina di Pino Cuttaia, al punto da inviare segnalazioni a tutte le più prestigiose guide enogastronomiche. Lo definiva un “monaco zen” della cucina per la sua umanità e l’umiltà che nascondevano un talento puro.
Tra noi e Pino Cuttaia è rimasto un legame molto forte. Quando andiamo a mangiare da lui pensiamo sempre a nostro padre e brindiamo a lui.
La festa che si è tenuta il 26 Agosto al Quartiere, una piazza bella e nascosta di Licata, è stato un modo per celebrare questa ricorrenza nel modo più bello. Non possiamo non ringraziare tutte le persone che hanno prestato il loro tempo, la loro arte, le loro energie per questo evento.
Alessio, Antonio, Cristina, Fabio, Felice, Fabrizio, Francesco, Gino, Johnny, José, Luca, Manila, Nando, Nanni, Nicola, Salvo, Sergio, Serenella: grazie. » Gabriella Baldoni, Guido Baldoni
30 agosto 2014
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