AZIMUT/H. Continuità e nuovo al Peggy Guggenheim di Venezia

AZIMUT/H. Continuità e nuovo al Peggy Guggenheim di Venezia

Con la mostra AZIMUT/H. Continuità e nuovo, a cura di Luca Massimo Barbero, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dedica, dal 20 settembre 2014 al 19 gennaio 2015, un prezioso, quanto unico, tributo all’attualissimo contesto delle neoavanguardie, celebrando Azimut/h, la galleria e rivista fondate nel 1959 a Milano da Enrico Castellani (1930) e Piero Manzoni (1933 – 1963). L’esposizione intende restituire al pubblico il ruolo fondante che Azimut/h ebbe nel panorama artistico italiano e internazionale di quegli anni: come una sorta di terremoto creativo, fu uno dei grandi catalizzatori della cultura visiva e concettuale italiana ed europea dell’epoca, e ponte ideale tra una nuova generazione rivoluzionaria, ironica e cruciale, e la più stretta contemporaneità.
Il polo espressivo e culturale di Azimut/h si formò nella Milano del dopoguerra, alle soglie del “miracolo italiano” del boom economico, di cui la città fu uno dei centri più rappresentativi. Esperienza straordinaria, di fulminea durata e intensissima attività, racchiusa tra il settembre del 1959 e il luglio del 1960, Azimut/h è oggi riconosciuto nella coscienza critica collettiva come fenomeno sempre più decisivo, contraddistinto da una sperimentazione radicale, rafforzata dai suoi legami con alcuni dei più grandi protagonisti della scena artistica di quegli anni, e da un vivace e dinamico dialogo internazionale. Diversificate nel lettering, Azimut (la galleria) e Azimuth (la rivista) hanno dato vita e formalizzato un’autentica “nuova concezione artistica” (titolo questo del secondo numero della rivista, pubblicato in quattro lingue, così come di una delle mostre collettive più importanti della galleria), che vive nella dialettica di “continuità e nuovo” (così si intitola il testo di Castellani pubblicato sul secondo numero della rivista).
L’idea fondamentale della mostra, fortemente filologica, dove ogni opera è un rimando alla rivista, alla galleria, al gruppo e alla sua rete di contatti, è di far entrare idealmente e virtualmente i visitatori in uno spazio in cui incontrare i protagonisti di quella estrema avanguardia italiana ed europea di fine anni cinquanta-primi anni sessanta, consacrata di lì a poco in importanti esposizioni internazionali, rivolgendo una particolare attenzione alle nuove generazioni europee e a quelle del nascente Neo-Dada americano, che la rivista promosse con largo anticipo rispetto alla critica. Un progetto di profonda importanza storico-critica, reso possibile grazie al rapporto e alla collaborazione con gli archivi e le fondazioni dedicate agli artisti che presero parte a questo movimento, in particolare la Fondazione Piero Manzoni e la Fondazione Enrico Castellani, così come a una ricca serie di collaborazioni istituzionali che hanno permesso i prestiti da parte importanti musei quali il Louisiana Museum of Modern Art, il Philadelphia Art Museum, l’Herning Museum of Contemporary Art.
Il percorso espositivo si snoda attraverso sei sale, nelle quali ogni opera è indice parlante di una situazione storico-artistica: è stato possibile rintracciare lavori di intenso significato narrativo, ciascuno con una propria vicenda particolare che, come tante finestre, offrono punti di vista diversi attorno all’esperienza di Azimut\h, anche attraverso una ricca selezione di documenti scientifici, in parte inediti, che ne ripercorrono le vicende.
La mostra apre con una sezione dedicata ai maestri e ai compagni di strada, che costituiscono la matrice ideale di questo contesto: Lucio Fontana e Alberto Burri, gli americani Jasper Johns e Robert Rauschenberg, i più vicini, e sodali nell’azione, Yves Klein e Jean Tinguely. Segue una sala dedicata alle opere, originali e sorprendenti, di Manzoni e a una serie di rari lavori di Castellani, che costituiscono il nucleo germinale della nuova visione artistica, cui fanno da contrappunto le successive sale dedicate al network nazionale e internazionale, con lavori, tra gli altri, di Agostino Bonalumi, Dadamaino, Gianni Colombo, Heinz Mack, Otto Piene e Günther Uecker. Un particolare affondo è dedicato al tema dell’oggetto-contenitore, a partire da lavori emblematici, divenuti autentiche icone della contemporaneità, come le Linee e la Merda d’artista di Manzoni, in dialogo con analoghe creazioni di Johns e Rotella. Uno speciale progetto multimediale, realizzato da Zenith, permette al visitatore di accedere a quell’universo visivo e documentario che, attraverso foto e rari filmati d’epoca, in una sorta di percorso-riassunto della vicenda di Azimut/h, ne costituisce il materiale di ricerca. Inoltre, in occasione della mostra, i visitatori potranno diventare “sculture viventi”, salendo sulla ricostruzione autorizzata della celebre “base magica” manzoniana, piedistalli che l’artista utilizzava trasformando in un’opera d’arte chi vi salisse sopra. » red
23 settembre 2014



AZIMUT/H. Continuità e nuovo
20 settembre 2014 – 19 gennaio 2015
Collezione Peggy Guggenheim – Venezia
#AzimuthVenice
La mostra rimarrà aperta fino al 19 gennaio 2015. Per informazioni press@guggenheim-venice.it

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