Arte, Tancredi Parmeggiani torna a Venezia

Arte, Tancredi Parmeggiani torna a Venezia

È stata inaugurata la mostra La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva, a cura di Luca Massimo Barbero. L’esposizione, presente alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, sarà visitabile sino al 13 marzo 2017.
Il direttore del museo Philip Rylands ha definito la mostra “il meritato tributo all’artista feltrino che Peggy ha scoperto e supportato per anni”. “È una mostra piena di vita, che cerca di definire, sala dopo sala, l’alfabeto visivo di questo grande talento della scena artistica italiana del secondo dopoguerra” spiega il curatore della retrospettiva, Luca Massimo Barbero.
Con oltre novanta lavori, l’attesa retrospettiva sancisce il grande ritorno a Venezia di Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), tra gli interpreti più originali e intensi della scena artistica italiana della seconda metà del ‘900.
Tancredi è stato l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale Peggy Guggenheim stringe un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre.
Partendo da rare prove giovanili di ritratti e autoritratti e dalle prime sperimentazioni su carta del 1950-51, le famose “Primavere”, il percorso espositivo passa a documentare la ricerca svolta dall’artista nell’arco dei primi anni ’50, periodo che segna l’incontro cruciale con Peggy, di cui diventa protégé, e che lo porta ad avere un proprio studio a Palazzo Venier dei Leoni.
La mostra rappresenta inoltre il ritorno in Italia di una preziosissima selezione di opere donate dalla mecenate ad alcuni celebri musei americani. Per la prima volta, dai tempi di Peggy, saranno finalmente esposti capolavori come la Primavera, proveniente dal MoMA di New York, Spazio, Acqua, Natura, Spettacolo,oggi al Brooklyn Museum, o Senza titolo (Composizione), dal Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford. È proprio grazie al rapporto privilegiato che instaura con Peggy che il lavoro di Tancredi acquisisce un respiro internazionale, tanto da farlo diventare molto noto in età giovanissima. È in questo periodo che l’artista giunge a concepire una pittura personalemicrospaziale policromatica, definita da alcuni “molecolare”. Lo stile pittorico è incentrato su una sempre più evidente frammentazione del segno e su un cromatismo lucente, elemento trascinante nelle tele.
La retrospettiva non manca di documentare la produzione artistica degli anni ’60, momento di crisi e di completa revisione della propria pittura, a cui Tancredi vuole dare un senso esistenziale e politico. Ed è così che la vena della polemica e della tensione di quegli anni di guerra fredda emergono nel titolo della mostra “La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba”, frase con cui Tancredi risponde agli innumerevoli conflitti dell’epoca. Di questo momento fondamentale nel suo percorso artistico, sono esposti i tre dipinti della serie Hiroshima (1962). La parte conclusiva dell’esposizione è dedicata ai collage-dipinti, eseguiti tra il 1962 e il 1963, i cosiddetti Diari paesani e i Fiori dipinti da me e da altri al 101%, che a ragione possono essere definiti la vera rivelazione di questa retrospettiva e che sono da considerarsi esempi di eccezionale vigore creativo e drammatica euforia.
Sono queste opere a chiudere lo straordinario percorso, geniale e sregolato, della pittura di Tancredi dedicata alla natura e all’uomo. Quadri che nella loro inquietante felicità cromatica, preludono all’ultimo anno di vita del pittore. Tancredi muore nel 1964 a soli 37 anni, giovanissimo e pronto a entrare, come scrive Dino Buzzati, nel “mito di Tancredi”.
La mostra è accompagnata da un’esaustiva pubblicazione, edita da Marsilio Editori in due edizioni italiano e inglese.» red
14 novembre 2016

La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva
Collezione Peggy Guggenheim – Venezia
12 Novembre 2016 – 13 Marzo 2017
Info: guggenheim-venice.it/exhibitions/tancredi/tancredi.html

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