Nel pomeriggio a sala d’Ercole continuerà il dibattito sul Lombardo Ter. Nel confronto interno al Pd, diviso tra l’appoggio esterno al governo regionale interviene Emanule Macaluso, esponente storico della sinistra siciliana, per ben due volte segretario regionale del Pci.
L’occasione è il dibattito, che ieri si è svolto a Palazzo dei Normanni, “Sicilia… il coraggio delle sfide”, organizzato dall’associazione Demos, in cui l’ex migliorista si confronta con il capogruppo del Pd all’Ars , Antonello Cracolici, main sponsor Pd del Lombardo ter.
Da segretario regionale, nel 1958, Macaluso fu protagonista dell’operazione Milazzo, a cui spesso si è cercato, a sproposito, di accostare le attuali vicende siciliane. Ed è proprio dalle enormi differenze con quell’esperienza che parte la sua lucida analisi sui fatti di oggi “Allora ci fu un grande movimento di massa che oggi non vedo” ricorda Macaluso.
Quell’operazione ebbe il merito di spazzare via la vecchia classe dirigente democristiana, secondo Macaluso oggi non c’è la certezza che avverrà la stessa cosa con il Pdl “È veramente e definitivamente spaccato? Non lo so, mi sembra un gioco delle parti. E c’è una definitiva separazione di Lombardo dal blocco che lo ha eletto? Oggi sembra così, ma non vedo ancora scelte che possano definire una svolta vera e non di facciata”.
Le sue previsioni sono fosche per il Pd “Nulla vieta che i due pezzi del Pdl possano rimettersi d’accordo. Questo gioco si poteva rompere con la partecipazione del Pd al Governo. Per l’ingresso in Giunta doveva esserci un programma forte di rottura, che non ho visto. Tutti adesso parlano di riforme. Ma cosa si vuole fare in concreto? La prima riforma per la Sicilia sarebbe quella della Regione: questa Regione non serve più, bisogna riformarla”
Un’operazione che, secondo Macaluso, al Pd non garantisce nulla sulle riforme e che potrebbe rivelarsi politicamente disastrosa se il centrodestra tornasse a ricompattarsi “È un’operazione troppo rischiosa perché la maggioranza di centrodestra potrebbe ricomporsi e se si tornasse ai vecchi equilibri il Pd sarebbe l’unico partito a pagare un prezzo altissimo”
Di tutt’altro tenore l’analisi di Cracolici che rivendica, con orgoglio, il voto dell’Mpa, alla Camera, sulla mozione Pd sul Mezzogiorno” e pensa che la Sicilia possa essere “l’anticamera di un prospettiva antiberlusconiana”. A Macaluso che paventa rischi per il Pd – il capogruppo democratico – replica che il “Pd non è il partito dell’Avis, dei donatori di sangue” e su un possibile coinvolgimento del Pd al Governo ha ricordato le divisioni fra i democratici spaccati fra diktat “mai con Lombardo” e tirate di giacca.
secondo Cracolici il Partito Democratico per “tirare le somme” dovrà aspettare cinque-sei mesi: “vedremo se alle dichiarazioni di intenti seguiranno i fatti. Se sarà così non vedo perché il Pd non debba raccogliere la sfida di rinnovare la Sicilia”.
Appunto, vedremo.
Guarda l’intervista ad Emanuele Macaluso al Tg3 Sicilia 100118 macaluso