Arriva al teatro Verga di Catania uno dei cavalli di battaglia dei più grandi attori napoletani (e non) del secolo scorso. Miseria e nobiltà in scena fno al prossimo 2 febbraio, viene presentato integralmente in italiano, grazie alla riduzione di Geppy Gleijeses che fa tesoro del testo originale di Eduardo Scarpetta, dell’adattamento di Eduardo De Filippo e della sceneggiatura del film di Mario Mattoli con Totò.
Geppy Gleijeses interpreta il ruolo di Felice Sciosciammocca, celebre maschera creata da Scarpetta, Lello Arena quello Pasquale e Marianella Bargilli è Luisella. Al loro fianco i migliori caratteristi del teatro napoletano. La trama gira attorno all’amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di un cuoco arricchito. Il ragazzo ha però paura di non ottenere il consenso alle nozze da parte della propria famiglia. Si rivolge quindi al salassatore Pasquale per trovare una soluzione. Pasquale e Felice, un altro spiantato, assieme alle rispettive famiglie, s’introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione s’ingarbuglia poiché il padre di Eugenio, il vero Marchese Favetti, è innamorato di Gemma, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè.
Eduardo Scarpetta è stato il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Creò il teatro dialettale moderno, che ancora oggi si rappresenta, e si specializzò nell’adattare la lingua napoletana in moltissime pochade francesi; la sua commedia più celebre, Miseria e nobiltà, fu però una creazione originale del suo repertorio. Vanta una carriera lunghissima di commediografo (dal 1875), interrotta bruscamente da una celebre causa intentatagli da Gabriele D’Annunzio nel 1904. Fu anche attore cinematografico agli albori della “settima arte”. Girò alcuni film per la milanese “Musical Film” di Renzo Sonzogno, tratti da sue commedie: appunto Miseria e nobiltà (1914, diretto da Enrico Guazzoni), La nutrice (1914, diretto da Alessandro Boutet), Un antico caffè napoletano (1914), Tre pecore viziose (1915) e Lo scaldaletto (1915) diretti da Gino Rossetti.
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