Rifugiati, Xenagos: ‘Dopo l’emergenza Nord Africa si riscia un’emergenza senza fissa dimora’

rifugiatiIl prossimo 31 dicembre terminerà lo stato di emergenza proclamato dal Governo italiano in seguito al considerevole numero di migranti giunti dal Nord Africa, in fuga dalla guerra in Libia, nel periodo fra il marzo ed il settembre 2011. Verrà decretata la fine dell’emergenza e conseguentemente dei finanziamenti messi a disposizione, per garantire l’accoglienza di queste persone, che ricordiamo sono stati pari ad 1 miliardo e 300 milioni di euro.
“Nel giro di poche settimane, con la fine dell’Emergenza Nord Africa, i richiedenti asilo, non avranno più un posto di accoglienza, potrebbero andare ad ingrossare le fila dei cosiddetti irregolari”.
Lo dichiara Orazio Micalizzi, Presidente della Fondazione Xenagos commentando il documento del Governo sul superamento dell’Emergenza Nord Africa, che nei giorni scorsi è stato approvato e sottoscritto dalla Conferenza Unificata tra Regioni, Anci e UPI.
“In questo modo, non si chiude l’emergenza Nord Africa, ma si cambia solo la denominazione con “Emergenza senza fissa dimora”, spostando in avanti nel tempo il problema e lasciando la soluzione in mano alle comunità e alle istituzioni locali, che non avranno risorse utili ad affrontare un tale problema sociale per dimensione e per specificità”.
“Non si smantellino le strutture dell’Emergenza Nord Africa”. E’ quanto chiede Maurio Maurino, del Cnsiglio di Amministrazione della Fondazione Xenagos.
“L’incremento, previsto dal documento del Governo, di 1.000 posti del sistema dello SPRAR appare insufficiente e non si capisce come verranno gestiti gli altri 17.000 asilianti per cui cesserà ogni forma di accoglienza ed assistenza”.
“I 3.000 posti della rete dello SPRAR – continua Mauro Maurino – è insufficiente anche per gestire i flussi regolari di rifugiati che in Italia oscillano fra i 12 e i 20 mila all’anno. Tuttavia, appare necessario che l’incremento dei posti avvenga nelle strutture dell’Emergenza Nord Africa, in modo che possano restare attive ed essere ampliate per affrontare eventuali future emergenze, e scongiurare il crearsi di strutture temporanee”.


01 ottobre 2012

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