Odyssey, un progetto di Ai Weiwei per Palermo

Odyssey, un progetto di Ai Weiwei per Palermo

Verrà inaugurata il prossimo 23 aprile Odyssey, l’installazione realizzata da Ai Weiwei per lo spazio espositivo di ZAC – Zisa arti contemporanea, a Palermo,  che interesserà l’intera superficie dell’area per circa 1000 metri quadrati.
Odyssey nasce da un progetto di ricerca sui rifugiati e sui campi profughi nel mondo, avviato nel 2015 dal grande artista cinese che vive e lavora tra Berlino e Pechino.
Ai Weiwei, da sempre impegnato tra attivismo politico e ricerca artistica, è forse l’artista cinese oggi più famoso nel mondo e nel 2015 è stato nominato Ambasciatore della Coscienza di Amnesty International. Ha realizzato per Palermo un’istallazione di straordinaria forza realizzata attraverso una lunga ricerca iconografica alimentata da immagini tratte dai social media e dal materiale da lui raccolto nel corso dei suoi viaggi e durante le visite nei campi profughi, organizzato secondo stilemi che si ispirano agli elementi grafici e compositivi delle antiche civiltà. L’installazione Odyssey traduce in una grafica allo stesso tempo terribile – per la forza contenuti – e accattivante – per la pulizia della forma – , attraverso sei diversi motivi decorativi, le immagini raccolte in questi anni di ricerca.

Dal 23 al 25 aprile 2017, Palermo ospiterà la ventitreesima Assemblea generale di Amnesty International Italia, il massimo momento deliberativo dell’Organizzazione per la tutela dei diritti umani, che ha scelto quest’anno la Sicilia, approdo mediterraneo, sede d’incontro e di scambio tra popolazioni, lingue e culture millenarie diverse, per la cornice dei propri messaggi in favore dei diritti umani. I lavori assembleari tradizionalmente a porte chiuse saranno preceduti da “Diritti in Cantiere”, una ricca serie di iniziative culturali ed educative che si svolgeranno a partire dal 21 aprile presso i Cantieri Culturali alla Zisa e vedranno le centinaia di soci delegati di Amnesty International provenienti da tutte le regioni italiane unirsi alla cittadinanza per partecipare a incontri, dibattiti, formazioni, concerti, proiezioni di film sui temi dell’accoglienza e della migrazione.

Il progetto Odyssey, è il risultato di un’indagine attenta che, partendo dallo studio dei primi spostamenti di massa degli esseri umani che risalgono al Vecchio Testamento, analizza la cornice storica, politica e sociale in cui la “crisi dei rifugiati” – che rappresenta il focus della sua ricerca – si sviluppa. Un progetto di ricerca che ha radici profonde come spiega lo stesso artista: «Ho pensato alla mia esperienza come rifugiato. Quando sono nato, mio padre, Ai Qing, è stato denunciato come nemico del partito e del popolo. Siamo stati mandati in un campo di lavoro in una regione remota lontano da casa […] È un’esperienza terribile essere considerato straniero nel tuo paese, nemico della tua gente e delle cose che più mio padre amava» (Laundromat, Jeffrey Deitch, New York, 2016).
L’interesse di Ai Weiwei per lo studio di questo tema nasce già nel 2011 quando venne arrestato, ma si concretizza solo nel 2015 quando gli viene restituito il passaporto e la possibilità di viaggiare fuori dalla Cina per visitare i campi profughi di diversi paesi, tra cui Grecia, Turchia, Libano, Giordania, Israele, Gaza, Kenya, Afghanistan, Iraq, Pakistan, Bangladesh, Messico. Nel 2016 gira un documentario sulla situazione mondiale dei rifugiati.

Il progetto è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e da Amnesty International Italia nell’ambito della XXXII Assemblea generale di Amnesty International Italia. L’organizzazione è di ruber.contemporanea, in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Palermo | dICODA Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’Arte.

Ai Weiwei (1957) è un artista che vive e lavora tra Berlino e Pechino. Suo padre, il poeta Ai Qing, è stato denunciato dal Partito Comunista Cinese nel 1958 e la sua famiglia mandata ai campi di lavoro, prima vicino la Corea del Nord e in seguito nella provincia di Xinjiang. La famiglia torna a Pechino solo nel 1976, dopo la fine della Rivoluzione Culturale. Ai Weiwei ha studiato animazione presso la Film Academy di Pechino e all’inizio degli anni Ottanata si è trasferito a New York per studiare Arte. Quando, dieci anni più tardi, torna in Cina, Ai Weiwei inizia a sostenere artisti sperimentali pubblicando libri underground e curando esposizioni d’avanguardia.» red
13 aprile 2017


Comments are closed.