C’erano un croato, un inglese e un irlandese-giapponese… non è l’inizio di una barzelletta ma la sintesi di quanto accaduto ieri presso Cantunera a Licata in occasione del MONday Live. Antun Opic, di papà croato ma da sempre residente in Germania, ha estasiato il pubblico presente con la sua performance nel locale licatese; insieme a lui c’erano il bassista di origini inglesi Isaac Reed, e Miko Watanabe, di mamma irlandese e papà giapponese. Un melting pot di culture diverse, così come il loro live è stato un melting pot di stili differenti: nelle loro canzoni si riscontrano influenze che vanno dal folk al reggae passando per il pop e per diversi accenti balcanici. Il momento epico della serata si è raggiunto quando Antun ha realizzato una cover molto nota alla platea: il musicista ha infatti eseguito una canzone di Rosa Balistreri, la cantantessa folk siciliana per eccellenza, nata proprio a Licata 90 anni fa. Antun ha interpretato Rosa con la sua versione di “Cu ti lu dissi”: per come ha cantato in siciliano, se non avessimo controllato la sua carta d’identità non avremmo potuto confermare che il cantante sia veramente di origini croate.
Antun, quando è iniziata la tua passione per la musica?
“È una passione che mi porto dentro da quando ero bambino: ho sempre suonato la chitarra e ho sempre cantato. Il mio primo approccio con la musica è stato con la musica tradizionale croata, nazione dal quale viene mio padre. Ho avuto invece le mie prime esperienze musicali all’età di 16 anni, in Germania, dove vivo da sempre.”
Come nascono le tue canzoni?
“Le mie canzoni sono come dei bambini: quando loro giocano lo fanno senza aspettarsi nient’altro in quel momento, la stessa cosa succede quando scrivo le mie canzoni; sono quello che accade in quel preciso momento, senza pensarci troppo. Non mi sognerei mai di dire “Ok, mi siedo e scrivo una canzone”, piuttosto prendo la mia chitarra e vedo fin dove mi conduce; magari proprio in quel momento viene un’idea o un’ispirazione e da li può si può aprire un mondo: non è mai un atto che riesco a gestire o controllare.”
Suoni da tempo con questa formazione?
“Suono con Isaac da più di un anno, mentre con Miko la collaborazione è più recente; lui solitamente suona la batteria, ma per questo tour si sta adattando a suonare la chitarra elettrica e devo dire che lo fa anche abbastanza bene; poi ci sono anche altri musicisti con i quali a volte si creano delle collaborazioni per alcuni progetti o per dei concerti: è bello confrontarsi con diversi musicisti.”
Qual è il tuo artista preferito?
“Tra i miei artisti preferiti c’è sicuramente Tom Waits, ma mi piace ascoltare e farmi influenzare da tutti i generi musicali: mi piace la musica pop Anni ’90, la musica degli anni ’70 con Jimi Hendrix in testa, ma ascolto con piacere anche la musica che risente delle influenze africane o i canti tradizionali croati. Nella mia musica cerco di trasferire queste influenze, creare un mix tra generi musicali differenti, e proprio per questo ognuna delle mie canzoni è diversa dalle altre. In alcune si possono ritrovare sonorità gipsy, in altre ci sono suoni tipici dalla musica popolare, altre ancora risentono maggiormente del pop o del reggea, del jazz o del blues.”
Hai realizzato un album nel 2013 e un Ep nel 2015, che progetti hai per il futuro?
“Il nuovo progetto musicale è molto imminente e si tratta del mio nuovo album che è quasi pronto e uscirà a fine maggio: saranno 12 tracce, così come nel primo, e si chiamerà Y U, come uno dei singoli. Non appena ultimerò il tour in Italia, tornerò a Monaco e ultimerò la registrazione dei pezzi in studio. Alcuni singoli li ho già cantati durante questo tour e sono stati molto apprezzati, quindi quando andrò a registrarli mi ricorderò anche dei momenti vissuti durante le varie esibizioni.”
Il tuo sogno nel cassetto?
“Posso dire che al momento è già tutto perfetto così: sto bene, faccio quello che mi piace fare, vivo di musica, c’è un nuovo disco pronto ad uscire e sto facendo un tour che mi sta dando molte soddisfazioni e che mi sta facendo conoscere molte belle persone, non mi serve altro.”» Angela Amoroso
28 marzo 2017
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