Ascoltare Morning sun alle 23:00 ti manda un po’ in confusione l’orologio biologico: il ritmo e la musicalità del brano dei Jarred, the Caveman ti coinvolgono e per un attimo è come se effettivamente in quel momento tu abbia l’energia e la forza per affrontare un’intera giornata; poi però il pezzo finisce, termina il live e torni alla realtà, termini il tuo bicchiere e torni a casa in vista della vera sveglia del giorno dopo. Questa è la piacevole sensazione che ha trasmesso ieri la band arrivata al Cantunera di Licata ad inaugurare la rassegna mONday Live.
Energia e positività lasciavano il posto a melodie più intime e raccolte, creando così atmosfere diverse, un mix sapientemente dosato tra Bob Dylan e i Mumford and sons; loro si definiscono semplicemente indie folk, ma le influenze che si percepiscono ascoltandoli sono diverse, sfaccettature molto americane ma con un tocco originale che probabilmente nasce anche dalla promiscuità della formazione: due romagnoli e un argentino innamorati dell’America che stanno portando in giro per il Centro e Sud Italia il loro album I’m good if yer good, pubblicato nel 2015 da Stop Records. Un prodotto originale nonostante il genere sia molto attuale, un cd che ti trasporta magicamente nelle atmosfere texane pur restando a Sud della Sicilia.
Li incontro nel pomeriggio, al termine del soundcheck. Hanno le idee chiare, sono molto spontanei, non si atteggiano a rockstar ma hanno tutte le carte in regola per poter diventare una band di successo.
I tre “cavernicoli” sono Alejandro Baigorri (chitarra e voce), Matteo Garattoni, (banjo, chitarra elettrica e seconde voci)e Luca Guidi (batteria e percussioni).
Jarred the caveman, la prima domanda nasce proprio dal vostro nome. Che significa?
“Sostanzialmente ci teniamo a dire che non ha alcun significato! è un nome nato molto casualmente. Quando abbiamo deciso di formare un gruppo, nel 2013, abbiamo buttato giù alcuni nomi, alcuni molto ridicoli; questo non era il più ridicolo ma tra tutti è stato quello che ha vinto e abbiamo deciso di tenercelo.”
Come nascono i Jarred, the caveman ?
Matteo: “È nato tutto molto casualmente, grazie ad un lavoro che a fasi alterne abbiamo fatto tutti e tre e che ci ha permesso di conoscerci a vicenda. Abbiamo scoperto di avere in comune questa passione per la musica e quindi abbiamo deciso di fare questo esperimento musicale mettendo insieme quello che sappiamo fare ed eccoci qui oggi, dopo alcuni anni, ancora insieme a portare in giro per l’Italia quello che ci piace fare.”
Quali sono le vostre band di riferimento, le vostre influenze musicali?
Alejandro: “Tra le band indie folk alle quali a livello sonoro ci lasciamo ispirare ci sono soprattutto i Langhorne Slim: il loro modo di fare musica è quello al quale aspiriamo. Per quanto riguarda invece la scrittura dei testi invece gli artisti di riferimento per me non possono che essere Bob Dylan, Bryan Adams e Tom Petty.”
Progetti per il vostro futuro?
Alejandro: “Dopo aver pubblicato il disco e aver lanciato il terzo singolo dello stesso album, Still Burnin – i precedenti sono She ain’t gonna come e All we do – adesso stiamo iniziando a lavorare al nuovo album, anche se al momento siamo impegnati in questo tour che ci sta dando la possibilità di suonare ogni sera in una parte del Centro o Sud Italia diversa. Un lavoro decisamente bello, soddisfacente ma anche molto intenso. Siamo partiti da Sora per poi andare a Lamezia Terme, passando per Roma e diverse altre città. In Sicilia abbiamo complessivamente sei date e quindi anche qui un bell’impegno.”
Com’è stato l’impatto con la Sicilia e con i siciliani per due romagnoli e un argentino?
Matteo: “L’impatto è stato sicuramente bello, anche perché è la nostra prima volta in Sicilia, non solo come band, ma anche a livello personale. A livello estetico ci sono panorami e città bellissimi, siamo stati a Messina, Catania, Brucoli e continueremo dopo Licata con Enna e Palermo, quindi avremo modo di vedere diversi angoli di quest’isola. Per quanto riguarda invece i siciliani alcune sere abbiamo avuto un po’ di difficoltà nel coinvolgerli, ma speriamo che stasera possa andare bene e che ci si possa divertire, noi e voi.” » Angela Amoroso
21 febbraio 2017
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