Arriva in Italia dal nord Europa la Koop Oscar Orchestra di Oscar Simonsson per due appuntamenti da non perdere: uno, che c’è stato mercoledì 9 novembre al Quirinetta Caffè Concerto di Roma e l’altro, previsto oggi, venerdì 11 novembre al Circolo Magnolia di Segrate, è riservato ai tesserati ARCI. La data prevista per giovedì 10 novembre al Locomotiv di Bologna è stata invece annullata; chiunque avesse già acquistato il biglietto per la tappa bolognese può richiederne il rimborso entro il 30 novembre.
La Koop Oscar Orchestra è il nuovo progetto di Oscar Simonsson, già fondatore del raffinato duo elettro jazz svedese Koop. La piccola orchestra di Simonsson rivisita il modern jazz tipico di Koop e affronta un viaggio musicale sperimentale attraverso la musica classica, l’elettronica, il jazz e lo swing, in continuo movimento tra inediti e pezzi che hanno segnato la fama di Koop. Il duo è arrivato laddove ogni musicista a fatica riesce: al cuore della gente, grazie alla capacità di combinare un suono unico e inedito con il songwriting classico. Un successo dopo l’altro con Koop Island Blues al numero 1 nella classifica di elettronica della Billboard; Strange Love, la bonus track di Coupe de grace è una delle canzoni più apprezzate.
Cosa fa la Koop Oscar Orchestra e come la descriverebbe a qualcuno che non vi conosce ancora?
“KOO è una nuova band fondata da me dopo un lungo silenzio dopo che la mia precedente band (un duo) Koop, ha finito di esistere. È una vera esperienza dal vivo di 7 persone con molti strumenti acustici insieme a dei sample. Nei primi mesi del prossimo anno pubblicheremo nuova musica, ma suonare dal vivo è così importante per l’esistenza della band che abbiamo dovuto iniziare prima di questo. Suoniamo la musica che ho scritto per Koop ma anche le nuove canzoni. Vogliamo essere una onesta live band rendendo differente ogni notte a seconda dell’umore.”
Come ha deciso di creare questo nuovo progetto e quali sono state le vostre principali influenze?
“Dopo che Koop è andato in pezzi ho pensato che non avrei più fatto musica di nuovo. Ma nuove canzoni continuavano a venirmi in mente. Non sapevo cosa farci, ma più tardi ho incontrato Jazzu e abbiamo provato giusto piano e voce. Ho scoperto quanto mi è mancato suonare con gli altri e ho deciso di iniziare di nuovo una band con Jazzu come cantante.”
Cosa preferite della dimensione live del vostro progetto?
“Guardare il pubblico e vedere i sorrisi… e se non sorridono provo a fare del mio meglio per farli sorridere. Certamente anche suonare con tutti questi grandi musicisti.”
Se non fosse diventato musicista, cosa avrebbe voluto essere?
“Ho scoperto veramente presto di avere un talento per la musica: tutto era così facile. Potevo suonare una canzone al piano solo dopo averla sentita un paio di volte. Ho iniziato a scrivere canzoni e ho iniziato a suonare in alcune band. Ho scoperto allora la tecnica di sampling e si accordava molto bene con la mia tecnica di scrittura. Ho un archivio di 5000 sample in vinile fatti a mano che ho organizzato in un modo speciale, così da poterli trovare facilmente. Così molto del mio lavoro è legato alla collezione e strutturazione per poi creare musica in brevi momenti di ispirazione. Forse è un po’ come essere uno scienziato.”
Come nascono le vostre canzoni? C’è una routine creative oppure ogni volta è diversa?
“Ogni volta che una canzone mi viene in testa la riproduco esattamente come la sento. Oppure qualcosa che mi ispira viene in mente in maniera casuale in studio. La cosa più bella di lavorare con i sample è che stimolano la tua immaginazione. È un pezzo del puzzle e poi crei il resto dell’immagine.”
Cosa vorreste che il pubblico capisse ascoltando la vostra musica?
“Penso la mia musica abbia un sentimento speciale. Non posso mettere la mano sul fuoco su cosa sia esattamente, ma sono certo che il mio pubblico senta lo stesso, ne sono certo al 100%.”
Aspettative per le date italiane?
“No, ci lasciamo trasportare dalla corrente. A volte c’è il pienone, a volte c’è un break di energia. A volte il sound è splendido e a volte la setlist è strana, ma questa è la bellezza di suonare dal vivo. Nessuno spettacolo è lo stesso, a meno che tu non sia un DJ che suona in playback, allora ogni spettacolo è esattamente lo stesso: non puoi vincere, non puoi perdere.”
Per ulteriori informazioni: koo.revelhoffman.com » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
1o novembre 2016
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