Peligro, all’anagrafe Andrea Mietta, è un rapper milanese classe ’92. Appassionato di musica fin da piccolo, comincia a dedicarvisi all’età di 14 anni.
“Tutto Cambia” è composto da 9 brani legati tra loro dal tema dall’amore, del ricordo e del coraggio che serve per affrontare il proprio futuro. Per la produzione artistica dei brani, Peligro ha deciso di affidarsi a un singolo team di beatmaker (21gr. Team), scelta controcorrente rispetto agli standard del Rap italiano.
«La storia di questo disco è molto travagliata – racconta Peligro – “Tutto Cambia” nasce da un periodo di stallo, da un allontanamento che ha cambiato le sorti dell’album. Se inizialmente il progetto nasceva a due mani e a due voci, dopo più di un anno e un mixtape pubblicato, ho finalmente deciso di rimetterci mano da solo, ricominciando da capo con la scrittura dei testi, la scelta delle strumentali, la registrazione… ho rifatto tutto, come a voler mettere un punto fermo a un capitolo e ricominciare. “Tutto Cambia” rappresenta molto per me, è il disco della rinascita. Non c’è limite allo show!».
Come è nata la passione per questo genere di musica e chi sono i tuoi riferimenti? Sono (anche) quelli che abbiamo intravisto nel tuo ultimo video?
Prima di scoprire il Rap non avevo un genere o un artista di riferimento in cui mi identificavo a 360°. Avevo 13 anni quando ascoltai per la prima volta un disco di musica Rap (“The Eminem Show”), ma, strano a dirsi, non ne rimasi particolarmente colpito. Le cose sono cambiate quando ho sentito per la prima volta un brano Rap italiano: “Dentro La Scatola” di Mondo Marcio. Da quel momento per me si è aperto un mondo intero che ho iniziato ad esplorare con grande avidità. Con gli anni ho imparato ad allargare i miei orizzonti musicali e ho scoperto artisti incredibili, alcuni dei quali sono quelli citati nel mio video.
Con quale artista lontano anni luce dalla tua dimensione artistica ti piacerebbe collaborare?
Ultimamente sono “parecchio sotto” con Sia, quindi una collaborazione con lei sarebbe qualcosa di meraviglioso!
Perché la scelta di affidarti a un singolo team di beatmaker?
Volevo dare al mio disco un’impronta sonora ben riconoscibile. Spesso nel Rap sento dischi molto belli ma che, da una traccia all’altra, suonano disuniti. Sono scelte stilistiche diverse, non c’è giusto o sbagliato, però volevo fortemente fare un disco che suonasse uniforme, in cui ogni canzone fosse un capitolo dello stesso libro.
Sogni nel cassetto e speranze per il futuro a breve termine?
Il mio sogno si racchiude in una sola parola: musica.
“Tutto Cambia”: cos’è che non è cambiato negli ultimi giorni/mesi/anni per quel che riguarda il tuo mondo?
Non è cambiato il mio sogno, che è rimasto sempre vivo e stabile. A parte questo, di tutto ciò che c’era prima non è rimasto praticamente nulla. È come se fossi rinato. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
7 maggio 2016
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