Nuovo appuntamento con l’Etna e il mito in programma sabato 5 settembre, con inizio alle 18 fino a sera, al Feudo Vagliasindi a Randazzo, nel cuore del vulcano, l’Etna, dove verrà presentato il testo “Majorana, mistero in due scene,” edito dalla casa editrice Carthago, una pièce teatrale scrittadal professor Paolo Manganaro, docente di filosofia teoretica all’Università di Catania. A dialogare con l’autore sarannoNino Milazzo, giornalista, scrittore, Giuliana Cutore, critica letteraria e saggista, Giuseppe Raciti, ordinario Università di Catania. Incontro moderato dalla giornalista Letizia Carrara.
Seguirà un aperitivo al buffet in terrazza, viene spiegato in una nota, con degustazione di vini e prodotti tipici dell’Etna, accompagnato dalle note di Andrea Beneventano e la voce di Melita Lupo, con la partecipazione di Riccardo Buzzurro (costo di partecipazione all’evento 20 euro a persona, per prenotazioni, tel+39 338 8357266). Ispirato ai Dialoghi filosofici di Giordano Bruno, alle Operette morali, al teatro dell’assurdo, il Majorana di Paolo Manganaro mette in scena nella prima parte un serrato e drammatico dialogo tra Fermi, Heisenberg, Majorana e Sciascia; nel secondo dà voce ad alcune figure che rappresentano parti di un enigma che non riguarda un singolo ma l’intera umanità.
“Il merito più grande di questa pièce, oltre all’ardita costruzione teatrale che mescola le tecniche del teatro dell’assurdo e di quello esistenzialistico a quelle del dialogo platonico ma soprattutto leopardiano delle Operette Morali – sottolinea la professoressa Giuliana Cutore – è quello di aver focalizzato l’attenzione sul significato della scienza per Majorana e sul problema cruciale dell’epistemologia e al tempo stesso della filosofia morale: può la scienza essere pura? Può essere innocente sempre e non pensare alle conseguenze di certe scoperte? E se no, cosa deve fare lo scienziato? Continuare a ricercare, pubblicare le proprie scoperte o scomparire?”. » red
3 settembre 2015
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