CATANIA – “Il governo non ha nessuna intenzione di appoggiare proposte che cancellino le province”. Lo ha detto Angelino Alfano, intervenendo nella giornata conclusiva dell’assemblea nazionale dell’Upi che si è svolta a Catania.
Finalmente viene una parola chiara da parte del Governo su una proposta che viene avanzata da più parti, ma fortemente osteggiata dalla Lega. In realtà la cancellazione delle province era anche nel programma del Pdl, ma questa promessa elettorale è stata subito accantonata di fronte alle proteste leghiste.
Api, Fli e Udc (prove da polo di centro?) hanno proposto la cancellazione di 72 province con meno di 500mila abitanti, sottolineando il forte risparmio che consentirebbe di realizzare: oltre un miliardo all’anno.
Alla contrarietà della Lega si è aggiunta quella del Pdl siciliano che ha un suo esponente di rilievo, Giuseppe Castiglione, alla presidenza dell’Upi. Proprio in funzione politica contro Castiglione, Raffaele Lombardo ha annunciato che il primo provvedimento del suo quarto governo sarà la cancellazione delle province.
Per il Guardasigilli il provvedimento di Lombardo “sarebbe un modo per “abbandonare un centralismo romano e per accedere ad un neocentralismo regionale”.
All’assemblea dell’Upi, il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, corregge il tiro: “non presenteremo in Giunta nessun decreto per cancellare le Province”. Spiega: “La nostra idea è di avviare le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che assorbirebbero i comuni delle tre cinture e imporrebbero una rivisitazione di tutti gli altri enti”. Le tre città metropolitane governerebbero quasi sei siciliani su dieci; il resto potrebbe essere affidato a consorzi fra comuni, previsti dallo Statuto speciale.
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