“Non Sposate Le Mie Figlie!”: realismo e autoironia diventano tutt’uno

“Non Sposate Le Mie Figlie!”: realismo e autoironia diventano tutt’uno

Philippe de Chauveron, regista di “Non Sposate Le Mie Figlie!” (Qu’est-ce qu’on a fait au Bon Dieu? In lingua originale) ha davvero saputo cogliere le grandi piccolezze che accomunano tutti i popoli di questo nostro grande, piccolo multietnico presente.
Più le nostre metropoli diventano veri e propri melting pot di qualsivoglia cultura e razza, più situazioni come quelle raccontate in questa realistica commedia saranno all’ordine del giorno.
Per quanto avanzato sia il rispetto che ognuno di noi nutre per l’altro, il sospetto nei confronti del “diverso”, dello “straniero” o dell’altro in generale rimarrà sempre uno dei tratti fondamentali e caratteristici dell’animo umano. Possiamo evolverci quanto vogliamo, ma rimarremo sempre quelli che siamo (stati sin dall’alba dei tempi, almeno per quel che riguarda i primi momenti di assestamento dopo i grandi cambiamenti che hanno rivoluzionato gli ultimi secoli).
Wikipedia, infallibile come sempre, a proposito della trama della pellicola ci dice che “Claude e Marie sono una coppia cattolica e borghese con 4 figlie, le prime tre hanno sposato figli di immigrati: un algerino, un cinese e un ebreo. Sperano quindi che la figlia più piccola scelga un compagno francese quindi bianco e cattolico. Quando la ragazza annuncia ai genitori di volersi sposare non rivela loro che il fidanzato è un ivoriano, causando un certo disagio nella coppia ma anche una certa preoccupazione nei cognati, quello che non si aspettano è che anche il padre dello sposo ha delle riserve riguardo questo matrimonio”.
Sarà proprio con l’ingresso in scena del papà dello sposo che la situazione subirà una inaudita accelerazione verso quello che sarà il finale previsto sì sin dall’inizio, ma certamente non nei termini che ci si aspettava, almeno fino a tre quarti dello svolgimento della trama.
Alcuni spezzoni del film sarebbero da far vedere a chi non vuole essere tacciato di razzismo, ma che ne è portatore sano, non solo per la comicità che trasudano da ogni fotogramma, ma per la figura di uomo mediocre che ne viene fuori e che, nel film, viene superata dopo una lunga serie di evoluzioni e cambiamenti radicali di visione delle cose, delle persone e delle situazioni nel particolare e del mondo in generale.
Un film assolutamente da godersi con calma e, soprattutto, con il paraocchi e il paraorecchi ben sistemati sul mobiletto di ingresso di casa, dimenticati là, ci auguriamo, da un po’ e per un altro bel po’!  » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
23 febbraio 2015

Non Sposate Le Mie Figlie!

REGIA Philippe de Chauveron
SCENEGGIATURA Philippe de Chauveron, Guy Laurent
CAST Christian Clavier, Chantal Lauby, Ary Abittan, Medi Sadoun, Frédéric Chau, Noom Diawara, Frédérique Bel, Julia Piaton, Emilie Caen, Elodie Fontan
DURATA 97’

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