Dopo la data di novembre (di cui vi avevamo parlato) il tour di Ed Sheeran è tornato nel nostro Stivale e, stavolta, per ben due tappe, entrambe sold out da mesi.
Dopo Roma e Milano poi, tra poco più di due settimane, sarà il momento di Sanremo: è stata infatti ufficializzata in questi giorni la notizia della sua partecipazione alla finale del Festival, per la gioia dei suoi numerosissimi (e coinvoltissimi!) fan italiani.
Lo ammetto: mi aspettavo che per le date nei palazzetti Ed avrebbe modificato l’approccio che ha avuto sul palco a novembre, ma così non è stato e forse è stato meglio così.
In apertura un altro giovane talento britannico: Ryan Keen (dopo aver aperto le date di Tom Odell l’anno scorso) coinvolge e conquista, al punto che il suo album, dopo le due tappe italiane, è salito alla dodicesima posizione degli album più venduti su iTunes.
Ed ha dimostrato, ancora una volta, di essere in grado di tenere con il fiato sospeso e intrattenere un numero considerevole di persone solo con le sue chitarre, il suo microfono, una pedaliera e la sua semplice presenza sul palco.
Scaletta pressoché identica a quella di novembre, con qualche piccola variazione sul tema: i più grandi successi tratti dai suoi due album “+” e “X”, facendo contenti i fan più recenti e quelli della prima ora, pur non cantando la richiestissima “All Of The Stars”, di cui posso dire che si è sentita la mancanza, nonostante tutto. Un concerto di un’ora e quaranta, a ritmo serrato, caratterizzato dalla costante presenza della voce di Ed: che fosse per cantare, per incitare il pubblico a fare i cori o per ringraziarli della loro presenza, non c’è stato un momento in cui non lo si è sentito coinvolgere il Forum di Assago, che pendeva letteralmente dalle sue labbra e dalla sua chitarra.
L’amatissimo ginger prince ha quindi conquistato il suo pubblico ancora una volta: non solo le ragazzine in fila dalla mattina (ce ne erano alcune vestite da unicorno, insieme ad una incredibile percentuale di persone con i capelli colorati, come era prevedibile), ma anche persone “insospettabili” appartenenti ad altre generazioni: il talento di questo giovane cantautore, classe ’91, riesce a convincere già in radio o tramite le cuffiette, ma live è davvero un’esperienza da vivere in prima persona per capire di cosa stiamo parlando.
Insomma, sarà pure uno dei fenomeni musicali del momento, ma possiamo affermare con sicurezza che la sua fama è molto più che meritata e veritiera, nonostante quello che può pensarne (e dirne) Noel Gallagher! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
30 gennaio 2015
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