Il disco del ritorno sulle scene musicali di una delle storiche band punk italiane si intitola “Il Seme della Follia” e raccoglie quattordici brani che rispecchiano a pieno lo stile inconfondibile della band. Dallo ska all’hard core melodico californiano, mid tempo nervosi e saltellanti, il tutto arricchito da testi diretti e senza fronzoli.
Li abbiamo raggiunti telefonicamente per far loro qualche domanda.
Come nascono i Peter Punk e com’è stato il vostro percorso artistico prima della decisione della reunion?
I Peter Punk nascono nel 1995 completamente influenzati dalla nuova ondata punk, quella di Offspring, NOFX, Rancid, Green Day, dopo aver suonato un po’ di metal, un po’ di grunge, un po’ di tutto, insomma! Questo genere ci ha colpiti e portati a creare questa band; cresciuti a pane e punk rock, nel 2000 abbiamo fatto uscire il primo disco che fortunatamente ci ha portato a suonare in giro per l’Italia e a consolidare un solido pubblico, molto affezionato alla band! A seguito di altri due dischi e un inedito, nel 2004 la band si scioglie e tace per dieci anni, a parte un piccolo tour di reunion nel 2010; poi quest’anno abbiamo deciso di riformare la band e andare avanti con un nuovo disco, una nuova storia e tutto quello che ne segue.
“Il seme della follia” è il quarto album a 19/20 anni dalla nascita della band: è un momento in cui tirare le somme guardando al futuro?
Come lo avete vissuto questo album?
A noi piace il punk rock nella sua forma più spontanea, quindi non abbiamo farcito il disco con cose particolarmente innovative a livello musicale: così ci piace e così lo suoniamo!
A livello di testi, sì, qualche riflessione più matura c’è, ovviamente! Però abbiamo voluto dare un quadro generale di come siamo: a volte riflessivi, a volte cazzoni e a volte più seri, a volte più scanzonati!
I vostri punti di riferimento artistici?
Seguiamo anche il mondo del metal, piace soprattutto al nostro bassista! Passiamo dal grind al death, al metal sinfonico, perché no? L’ultimo periodo in studio, per dirti, abbiamo ascoltato moltissimo i Dragon Force, che non c’entrano assolutamente niente! I dischi che girano in macchina, nello stereo, sono sempre quelli: NOFX, Strung Out… gruppi un po’ sconosciuti al giorno d’oggi, ma che a noi son rimasti nel cuore!
Progetti per il futuro e sogni nel cassetto a breve termine?
Suonare il più possibile, riuscire a trasmettere qualcosa durante i concerti alle persone… che non siano concerti sterili: noi ce la mettiamo tutti affinché si ritorni a casa soddisfatto di quello che si è visto e contento! Riportare un po’ su la scena punk rock, sarebbe cosa buona… » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
17 gennaio 2015
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