MUSICA – Molti di voi lo avranno ascoltato in radio: Lorenzo Cilembrini, classe 1981 ha già fatto parlare di sé, con due album e un libro all’attivo.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui in occasione dell’uscita del suo ultimo album “In Cile Veritas”, di cui potete ascoltare in radio “Sapevi Di Me” (e se non siete ancora riusciti ad ascoltarla… rimediate subito, ascoltandovi l’intero album!).
Come definiresti la tua musica a qualcuno che non ha mai sentito una tua canzone?
Un rock che si mescola al cantautorato e cerca di riportare, nel sound, gli echi dei miei ascolti storici ovvero rock grunge, passando per il brit pop e tutto quello che negli anni ’90 ha segnato la mia formazione adolescenziale.
Per quello che riguarda “In Cile Veritas”, c’è qualche aneddoto del “dietro le quinte” della creazione di questo album, della nascita delle sue canzoni, che ci puoi raccontare?
I provini sono stati fatti tutti d’estate, nella casa del mio più caro amico, che abita fuori Arezzo e ha una piscina: lavoravamo ogni giorno dalle 9 alle sette del pomeriggio, poi casualmente uscivano fuori le Tennent’s e il lavoro si concludeva con una festa in piscina praticamente tutti i giorni!
Progetti a breve termine e sogni nel cassetto dalla scadenza più “lunga”?
Adesso sto portando avanti delle collaborazioni importanti, sia come autore di testi per altri, sia come collaboratore per la stesura dei testi, come sto facendo per il nuovo album dei Negrita. Sto per fare una canzone con un rapper importante che uscirà in primavera con un album… continuo a fare il mio lavoro e ora sto preparando il mio tour che partirà l’11 dicembre dal Tunnel di Milano.
Come mai ci tieni tanto a non essere definito cantautore?
Non amo la parola cantautore perché la associo non ai grandi cantautori del passato, ma a chi, al giorno d’oggi, a volte quasi al livello di plagio, forza e rielabora degli stilemi già molto usati da maestri che li hanno usati all’acme, reinterpretandoli facendosene portavoce anche se in maniera troppo derivativa.
C’è un verso che preferisci dell’ultimo album?
Tu sapevi di me che mi bastava guardarti per imparare a sorridere, che non ha niente di eccessivamente aulico, ma per me rappresenta un po’ il senso di questo album. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
23 ottobre 2014
[Grazie a Debora Cinganelli, appassionata sostenitrice de Il Cile, per aver contribuito all’intervista con le ultime due domande!]
Comments are closed.