«Al Monte Live è un concerto teatrale-ballabile, la narrazione in musica, parole e immagini di una storia che ha come protagonista una donna. Al centro c’è il suo viaggio e la sua personale battaglia contro l’impero, quello più becero dove gli uomini non sono più uomini, e in cui il sogno è la dimensione in cui tutto accade. Sul palco metto in scena l’avventura, la guerra onirica di questa donna che ce la deve fare e che ce la fa, salvando se stessa. Ed è solo quando si salva che (ri)trova l’uomo ed è in quel preciso momento che tutto può (ri)cominciare.
Ogni dettaglio dello spettacolo, di cui ho curato regia e arrangiamenti, è pensato per trasportare il pubblico dentro ad un’atmosfera onirica, in bilico tra sogno, incubo e realtà, dove si incontrano personaggi fantastici ma autentici, mostri, eroi, vittime e carnefici e dove, attraverso il canto e il ballo, alla fine ci si salva tutti».
L’atmosfera onirica che accoglie gli spettatori è quella dei grandi sogni, o dei grandi incubi, a seconda delle situazioni, ma comunque delle grandi occasioni.
Un ponte in stile giapponese, su cui campeggiano strani esseri dalle maschere inquietanti, che però scompaiono non appena Mannarino inizia a cantare, introducendoci in un’altra dimensione, insieme ai musicisti che lo accompagnano e ci guidano mano nella mano, invitandoci a non perdere il ritmo.
L’artista romano alterna le tracce del “Bar della rabbia” e “Supersantos” alle canzoni del nuovo album “Al Monte”, in una scaletta che non lascia un attimo di respiro e che fa scatenare il pubblico.
Dopo la terza canzone infatti le persone non hanno resistito e, dalle loro sedie, si sono catapultati letteralmente di fronte al palco, ballando e cantando, così da cercare di diventare prede più difficili per le zanzare che infestano abitualmente l’Ippodromo.
L’atmosfera era incredibilmente coinvolgente e non tenere il ritmo era davvero sempre più complicato, mano a mano che si andava avanti nella serata.
Il pubblico ha richiesto a gran voce un bis che Mannarino ha concesso senza farsi pregare troppo, anzi: “Serenata Lacrimosa” è stata l’ultima canzone del concerto, che ha fatto vivere due ore di incanto assoluto (nonostante le luci perdessero un po’ della loro efficacia in uno spazio come quello) e che ha letteralmente fatto “‘mbriacare di musica e parole”, come solo artisti come Alessandro Mannarino riescono a fare. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
21 luglio 2014
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