Gli amanti del caffè, arrivando nella Capitale, potrebbero trovarsi non precisamente a proprio agio nella ricerca della loro bevanda preferita. Roma è la capitale delle varianti per concedersi un espresso. Se nel resto del Paese è ormai invalsa la moda di macchiare, correggere, allungare. A Roma questa abitudine raggiunge l’apoteosi. Difficile che in un bar, di qualsiasi livello, si senta chiedere un caffè senza altre specificazioni.
Al vetro, macchiato freddo, macchiato lungo sono una litania che a Roma vi perseguita più del canto del muezzin a Casablanca.
Da provetto antropologo credo che tale pratica abbia trovato diffusione per porre rimedio alla non eccelsa qualità della bevanda proposta dai bar.
La qualità media delle miscele utilizzate è piuttosto bassa. Per il resto anche la quantità di caffè utilizzata non sempre è sui 6 grammi, quantità minima, per chi pretende i 7 della tradizione napoletana.
Infine, la quantità di bevanda che vi viene propinata è di solito molto al di spora dei tre sorsi canonici.
Quindi primo fondamentale consiglio: ovunque vi troviate è d’obbligo chiedere che il caffè sia ristretto.
Non pensate che sia questa la chiave del successo. Intanto, potrà capitarvi che nonostante la raccomandazione, il barista abbandoni al proprio destino la vostra tazzina sotto il braccio della macchina mentre voi, dall’altra parte del bancone, implorerete pietà per il caffè e per le papille gustative.
Se non sarete sfortunati al punto da proporvi solo poche gocce, potreste essere a buon punto per prendere un buon caffè.
Ma è solo questione di gusti? Questi sono i miei.
Dal caffè mi aspetto una crema color nocciola con riflessi rossicci, striature chiare che sembrino una tigratura, tessitura delle bollicine fine e omogenea, consistenza della crema superficiale densa che opponga un po’ di resistenza alla discesa dello zucchero e si ricompatti una volta sceso tutto. Al naso cerco note di tostatura, nocciole e pane biscottato, cacao, sentori di vaniglia e lievi accenni agrumati. All’assaggio, rigorosamente amaro, una bocca piena, calda, morbida con finale astringente; vorrei anche riuscire a riconoscere i sapori fondamentali come amaro, dolce e acido, bilanciati tra loro.
Vi propongo indirizzi che si trovano tutti nel centro storico, pensando che se venite a Roma non vogliate certo rinunciare ad esplorare alcune delle strade più belle d’Europa, e quindi del mondo.
I primi consigli sono già inclusi nell’itinerario di qualsiasi foodie che si rispetti.
Al caffè Greco, via Condotti, si va in pellegrinaggio. La tazzina, il servizio e l’atmosfera valgono il viaggio. La qualità del caffè a quel punto conta poco. Il caffè ha sentori e sapori molto delicati, per andare incontro ai gusti dei turisti stranieri. È stato il locale di pittori, scrittori ed artisti di ogni risma. Come si può pensare di non provare questa esperienza? Se la vostra amata non ha prosciugato del tutto la carta di credito nei negozi di Via Condotti, voi potete concedervi questo lusso.
Costo 1,10 €
Molto Costoso al tavolo: si fa una volta nella vita.
Giolitti anche questo molto frequentato da turisti, e durante la settimana, anche da molti politici. Si trova proprio di fronte il Palazzo dove sono ospitati i gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.
Anche qui vi sembrerà di entrare in un luogo perso nel tempo. Già a partire dall’insegna, che è quella originale. Conosciuto in tutto il mondo. Lo conoscono persino le figlie di Obama, che sono venute qui: non per il caffè ma per il gelato (considerato fra i migliori di Roma).
Costo 1,00 €
Molto Costoso al tavolo: si fa una volta nella vita.
Fra i caffè storici inserisco anche La Caffettiera di Piazza di Pietra. Qui la tradizione napoletana è di casa. Un po’ caotico ma il caffè è buono e vi si trovano anche diversi the di ottima qualità.
Tazza d’oro è un’altra torrefazione storica di Roma, Via del Pantheon. Qui i sacchi di juta del caffè brasiliano li dovrete schivare per farvi largo fra i turisti.
Costo 1,00 €
Altra tappa imprescindibile dell’itinerario del perfetto foodie è il Caffè Sant’Eustachio. Una delle torrefazioni più antiche di Roma. Per alcuni anni, considerato dal Gambero Rosso il miglior Caffè d’Italia . Anche qui non mancherà il caos. Alimentato da turisti e senatori, che hanno tutti gli uffici da queste parti.
Il caffè qui è un Gran Caffè: servito con una crema di zucchero, purtroppo in una tazza non sempre calda. La miscela è molto delicata, per questo – forse – piace molto agli americani, particolarmente aromatica e profumata.
Costo 1,20 €
Proprio accanto a Sant’Eustachio ha aperto un locale gestito da campani Caffè Caffè che si fa notare per la qualità del caffè, qui la crema di caffè è un optional. I sentori di tostatura vi porteranno direttamente a Napoli.
Costo 0,90 €
Illy è sbarcata nella Capitale, con il suo impareggiabile stile. Si è accaparrata alcuni dei posti migliori. Due Caffetterie ed un Espressamente nella Galleria Sordi. ed un altro Espressamente in via dei Prefetti (proprio accanto a Giolitti). Alla Galleria Colonna i turisti la fanno da padrona, quindi è preferibile solo per un caffè da consumare sbrigativamente.
Costo 1 € non vale la pena sedersi al tavolo.
L’espressamente di via dei Prefetti tutt’altra musica. Ci si può sedere ma il costo dell’espresso è 1,20 €. Ai tavoli sono disposti i giornali. Ma non il Corriere dello Sport, come in tutti gli altri bar di Roma, ma Sole 24 ore e altri quotidiani dedicati ai politici e ai giornalisti che qui si fermano numerosi.
Il caffè è Illy si riconosce fra mille: sentori e piacevoli sapori persistenti di nocciola e cacao. » red
29 gennaio 2015
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